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rivista delle tradizioni popolari italiane 93

TRADIZIONI POPOLARI DI NUORO IN SARDEGNA


(Continuaz.: vedi fasc. I).

QUARTINE. ’ In San Pietro * han formato un ballo con suoni di chitarra e violino; i preti non portan collarino perchè hanno nel collo un callo. In San Pietro han formato un ballo. Rag-azza lascia il gioco, se giochi guarda con chi; in un monte di neve vuoi accendere il fuoco. Ragazza lascia il gioco. O Dio, mamma, fatemi bella, che m’innamorano» andando alla fonllno porta berretta di grana, [tana, l’altro porta berretta di stella. O Dio, mamma, fatemi bella. Ogni persona viva ne porta di pidocchi. E tu che le stai dicendo nel colletto ne porti uno camminando. In marzo canta la rana e fiorisce il prugno. A chi male parla peggior risposta gli danno. Due rose ho nell’orticello, una bianca ed una di colore; se mi danno mi piglio la minore, che la grande mi gira il cervello. Fanciulla bella, dammela una rosa, quella che porti in seno a macchia se per una rosa sei ingrata [fatta: cosa avverrebbe se chiedessi altra cosa? L’acqua della fontanella dicono che non ha sapore. Se mi tieni vero amore vieni qui e favella. A gruppi partono alla mascheratil, dal vicinato di San Pietro; a chi in casa lascia il figlio, a chi parte male pettinata. (Continuii., vedi fase. I). POESIE. BATTORINAS. In Santu Predu an pesau unu ballu a sonos de chitarra e violimi; sos prides non juchen collarinu ca hs at fattu in trucu unu callu. In Santu Predu an pesau unu ballu. Pisedda lassa su jocu, si jocas mira chiu chie; in d’unu monte de nie cheres accender su focu. Pisedda lassa su jocu. Oddeu, mama, fachidemi bella, ca si m’ammoran andand’a funtana. unu juchet berritta ’e grana, s’atteru juchet berritta ’e istella. Oddeu, mama, fachidemi bella. Donzi pessone bla nde juchet de munnìa. E tue chi lu ses nende, in su collette nde juchet unu andende. In martu cantat s’aràna, e front sa prunischedda. A chi male faeddat pejus risposta li dana. Duas rosas bi tenzo in s’orticheddu, una bianca e una de colore: si mi dana mi picco sa minore, ca sa manna mi zirat su cherbeddu> Pizzinna bella, damila una rosa, sa chi juches in sino a tuppa fatta; si accando pro una rosa ses ingratta, * mezus flt si pedìa attera cosa? S’abba ’e sa funtanedda " nan chi non tenet sapore. Si mi tenes veru amore cola inoche e faedda. A tazos tuccan a sa mascarada, dae su bichinau ’e Santu Predu; a chie in domo nche lassat su fedu7 a chie tuccat male pettenada. 1 Questi souo ffli stornelli maschili nuoresi. Gli stornelli femminili, cioè usati e composti dalle donne sono i mutos, di cui crediamo inutile qualsiasi raccolta dopo quella completa e bellissima fatta dal Beli.orini col titolo Canti popolari amorosi raccolti a Nuoro (Bergamo, tip. Cattaneo successore a Gaffuri e Gatti. l8lfl). Di queste battorinas, usate anche in altri paesi sardi, ne esiste un numero indefinito a Nuoro. Noi, scartandone le troppo satiriche e invereconde, ne diamo quel numero bastevole a dare una precisa idea della poesia popolare nuorese. • san Pietro è il quartiere più selvaggio e più povero di Nuoro: è la mani festazione più vera di Nuoro con tutte le sue miserie morali e materiali. • Mi s’amntorano, mi guardano, mi amano e mi cercano per innamorata. 11 primo verso delle battorinas va sempre ripetuto in ultimo • MI zirat su cherbeddu, mi fa dar di volta al cervello. 5 Ingrana veramente significa crudele, arara, senza cuore.» Sa Funtanedda è una fontana di Nuoro. ’ Fedu vuol dire individuo. Ma qui è detto per figlio piccolo e bastardo