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principalmente del metodo storico e contribuendo alla formazione di nuove leggi statiche1.

Le leggi statiche possono essere di tre specie: 1° leggi che danno la semplice formula descrittiva del modo di manifestarsi di certi fenomeni; 2° leggi che esprimono la regolare connessione di differenti fenomeni quale risulta dall’esperienza; 3º leggi di causa, che danno la motivazione logica dei fatti.

Le prime non possono valere per loro stesse come espressione di una necessità e l’affermano solo nel presupposto che la manifestazione costante dipenda da cause costanti; le seconde accennano ad una connessione causale, ma devono essere spiegate e ricondotte a proprie leggi di causa, e per distinguerle da queste ultime si chiamano leggi empiriche. Quanto alle leggi della terza specie, in esse all’espressione dei fatti osservati, contenuti nelle leggi delle due prime categorie, si aggiunge un concetto che non è dato dall’osservazione reale, ma che sembra appropriato per riunire certi fatti esistenti in regolare rapporto, risalendo ai moventi delle azioni economiche, o ai principî psicologici da cui esse derivano. Nelle leggi di causa, dunque, ha sempre una grande importanza la deduzione, perchè quand’anche esse sono scoperte col metodo induttivo, non possono spiegarci i fatti, se non considerandoli come la conseguenza di un motivo esistente, incluso in una proposizione generale, onde ogni spiegazione è nella sua essenza soprattutto deduzione2.

Sarebbe impossibile fare un’enumerazione delle leggi economiche di carattere dinamico, perchè di qualunque fenomeno si può studiare l’evoluzione, considerandolo non solo nel suo stato presente, ma anche nel passato e nel futuro. Esempi di leggi dinamiche si hanno nella successione degli elementi produttivi con la prevalenza prima della natura, poi del lavoro e poi del capitale; nella tendenza della industria in grande a sostituirsi a quella in piccolo; nelle forme che attraversa lo scambio con l’economia naturale, l’economia monetaria e l’economia di credito; nei rapporti che successivamente intercedono tra produzione e consumo con l’economia di famiglia, l’economia di città e l’economia sociale;

  1. Keynes, op. cit., p. 140-2.
  2. C. Sigwart - Logik. Freiburg i. B., 1878, vol. II, p. 444 e 459. — W. Wundt - Logik. Stuttgart, 1883, vol. II, p. 25-26.