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cos’è la terra? | 201 |
temperatura interna deve aver raggiunto un grado altissimo, anche se inizialmente era assai prossima allo zero assoluto. Invece gli strati esterni irradianti calore verso lo spazio e sempre più compressi dovevano liquefarsi e consolidarsi, formando una crosta solida assai coibente pel calore, che mantenne imprigionata la massa gasosa a pressione e a temperatura elevatissime.
Sottoponiamo a critica prudente queste ardite deduzioni del fatto, e vediamo se esse sono le sole che necessariamente se ne possono ricavare.
Anzitutto non si può ammettere, in base a osservazioni limitate a un velo superficiale sottilissimo della massa, che necessariamente la temperatura debba crescere in progressione aritmetica. Anzi già le osservazioni stesse lasciano adito a supporre il contrario, accennando a una progressiva diminuzione del gradente geotermico, cioè dell’aumento di temperatura per ogni 100 m. Fritz trovò che le serie di temperature raccolte nei trafori dei profondi pozzi di Sperenberg e Schladebach, che sono tra le più attendibili, si possono esprimere con molta approssimazione colla formula
dove esprime la temperatura, e la profondità in metri; la temperatura crescerebbe quindi proporzionalmente non alla profondità, ma circa alla radice quadrata della profondità. Se questa legge si potesse applicare anche alle grandi profondità, a 60 chilom. la temperatura sarebbe non di 2000° ma di circa 330°, a 3000 chilom. non di 100000° ma di circa 2400°.
Ammettiamo e senza alcuna difficoltà, che questa estensione di una formula, verificata soltanto per profondità piccolissime, sia arbitraria. Ma altrettanto e forse più arbitraria è l’estensione della legge di semplice proporzionalità, anche se questa fosse sicuramente verificata nelle osservazioni superficiali. Non vi è alcuna base, si dice, per ammettere il contrario: l’aumento di temperatura colla profondità rappresenta un flusso di calore dall’interno verso l’esterno della massa terrestre, e, poichè si può ammettere che la Terra è in una condizione termica stazionaria, si deve ammettere che per tutte le superfici, che potremo supporre sferiche, centrate nel centro della Terra, passa in un dato tempo la stessa quantità di calore, e che quindi è eguale il dislivello di tem-