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a questo modo il concetto di energia veniva semplicemente a far parte della concezione meccanica dei fenomeni naturali allora prevalente, secondo la quale tutto ciò che avviene si fonda in ultima istanza su processi meccanici degli atomi. È vero che già Leibniz aveva sollevato contro a ciò la fondata obiezione, che a questa guisa i fenomeni psichici rimangono insoluti. Poichè, se anche in qualche modo noi potessimo vedere tutti i movimenti dei presunti atomi del cervello che accompagnano un dato processo mentale, noi vedremmo solamente delle molecole in moto, ma non il corrispondente pensiero, nè il suo formarsi sarebbe spiegato più di prima. Pure il valore di questa obiezione fu trascurato, finchè nella scorsa generazione Dubois Reymond la risollevò e vide in essa un ostacolo insuperabile alla teoria meccanica dei fenomeni naturali. Egli era però così convinto dell’esattezza di questa teoria, che non potè giungere a dichiararla insufficiente, ma credette invece di dover senz’altro ammettere qui l’esistenza di una barriera insuperabile alla intelligenza umana. Questo atteggiamento caratterizza il quasi incondizionato dominio della concezione meccanica dei fenomeni naturali, per lo meno tra i naturalisti, al tempo della scoperta della legge dell’energia, e dà una spiegazione psicologica di quella arbitraria restrizione della legge della conservazione dell’energia a cui ho or ora accennato.

Un’altra conseguenza della medesima teoria, che conviene menzionare a questo punto, è la distinzione dell’energia in cinetica e potenziale. Evidentemente questa distinzione deriva dallo stesso concetto, che cioè quei fenomeni astronomici formino il tipo di tutti i fenomeni naturali. Quanto però questa suddivisione sia ipotetica, ce lo dimostra massimamente il fatto, che ad es. per la corrente elettrica si disputano il campo le due opinioni, se essa costituisca energia cinetica o potenziale. Per il calore si ammette generalmente, in base all’ipotesi cinetica, la natura cinetica; ma se chiediamo un carattere oggettivo, che ci serva a distinguere in questi casi energia cinetica da energia potenziale, non otteniamo risposta. Anzi, a dire il vero, non mi consta che alcuno abbia mai pensato a farsi una tale domanda, e men che meno poi a rispondervi. La particolare nomenclatura data da Rankine vuol far credere anzi che soltanto l’energia cinetica abbia pieno diritto di sussistere, e che già l’energia di posizione non sia vera energia ma