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analisi critiche e rassegne 213


congiunge la muscolatura atriale con la muscolatura ventricolare (Gaskell, Stanley-Kent, His jun.), ed è un residuo embrionale, dell’epoca in cui la tonaca muscolare del tubo cardiale è continua su tutta la parete di esso, prima che si formi l’anello fibroso separante gli atrii dai ventricoli. Data poi la scarsezza delle fibre che costituiscono il fascio di His, e, secondo Gaskell, anche la natura embrionale di esse, si spiega anche facilmente il ritardo che, passando per le medesime, subisce l’onda d’eccitamento, e che è causa dell’intervallo che separa la sistole atriale dalla ventricolare.

Queste, le due teorie, in poche parole. Ma se io volessi esporre anche succintamente i soli resultati di tutte le ricerche fatte, specialmente nell’ultimo decennio, dai sostenitori dell’una e dell’altra teoria, non che una breve rassegna, dovrei scrivere un libro. Non c’è infatti questione fisiologica più profondamente e aspramente dibattuta. Tutti i mezzi sono stati tentati, per risolverla, ma inutilmente; e la ragione è manifesta. È facile dimostrare che i muscoli degli arti non si muovono da sè; basta, infatti, recidere i nervi che ne stabiliscono la connessione coi centri nervosi, per vedere che essi rimangono immobili per sempre. Ma nel cuore e negli organi muscolari lisci tale esperimento non può farsi, perchè i centri nervosi gangliari non sono estrinseci all’organo, ma annidati nella trama muscolare delle pareti, dalla quale è impossibile separarli anatomicamente, senza lederne gli elementi. Si noti che, siccome nevrogenisti e miogenisti s’accordano circa la sede d’origine degl’impulsi ritmici del cuore, sede in cui per l’appunto si trovano le cellule del ganglio automatico dei primi e le cellule muscolari di tipo embrionale dei secondi, molti risultati sperimentali allegati come prove indiscutibili dagli uni sono tenuti in nessun conto dagli altri, e viceversa. Per es., gli esperimenti di Stannius e di Bernstein, non provano sicuramente l’origine nervosa degl’impulsi motori, perchè la separazione del segmento venoso dal resto del cuore è separazione non solo del ganglio di Remak, ma anche di quel gruppo di elementi muscolari della parete del seno venoso che degli elementi embrionali hanno conservato non solo l’aspetto citologico ma anche le proprietà funzionali.

D’altro canto, nessuna delle proprietà fisiologiche del miocardio costituisce un carattere peculiare dell’organo, tale che non appartenga pure, in grado maggiore o minore, ai muscoli scheletrici, da una parte, ai centri nervosi, dall’altra.

Nè l’azione dei veleni e di altri agenti chimici e fisici è valsa ad eliminare ogni dubbio: gli uni dicono che i veleni agiscono sulle cellule nervose gangliari, gli altri che agiscono sulla sostanza muscolare, e altri ammettono, in fine, azioni peculiari sulle «giun-