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il pithecanthropus erectus ecc. 303


rano. Si tratta di apprezzamenti, che in fondo hanno un valore personale e subiettivo, e variano anche per uno stesso scienziato — è noto che Hunley cambiò la sua classificazione a pochi anni di distanza — : a noi interessano di più i fatti. E i fatti dimostrano che gli antropoidi sono una branca differenziata delle scimmie, nella quale certi caratteri si sono accentuati nel senso del genere di vita che loro è proprio, e altri si sono abbozzati in rapporto al raddrizzamento occasionale del tronco. La conseguenza è che essi presentano un miscuglio di caratteri scimmieschi esagerati, ad es. la funzione di prensione estesa agli arti inferiori, e di caratteri nuovi, ad es. l’adattamento più completo dell’arto superiore alla prensione e le incurvature della colonna vertebrale, del resto poco accentuate. Questi ultimi li avvicinano all’uomo, mentre i primi li allontanano. Però i caratteri nuovi in dipendenza del raddrizzamento del tronco non si devono imputare come acquisiti in seguito alla stazione eretta, la quale è affatto eccezionale e non libera neanche gli arti superiori, ma in seguito al raddrizzamento del tronco nella stessa vita arboricola, raddrizzamento che non si fonda sulla verticalità molto precaria degli arti inferiori, anzi si avvera meglio stando l’animale assiso. Diguisachè nella rassomiglianza dell’uomo con gli antropoidi bisogna far parte anche ad un certo numero di coincidenze, così chiamando alcuni risultati analoghi non dovuti alle stesse cause ma conseguiti per vie differenti.

Questo per giustificare la nostra conclusione — che da molto tempo abbiamo sostenuto — contraria alla filogenesi Haeckeliana, conclusione che del resto si giustifica anche per considerazioni d’indole generale: abbiamo accennato già alla legge di Cope, the law of the unspecialized.

Università di Napoli.