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12 rivista di cavalleria


Fortunatamente, presso di noi almeno, non vi sono più, in oggi, ufficiali che non abbiano altri meriti fuorchè quelli indicati dal generale Morand; ciò non ostante, non è men vero essere necessario ancora convincere taluni che, la conoscenza e l’applicazione pura e semplice delle forme regolamentari, non costituisce che l’esecuzione di una manovra macchinale ideale e non atti di vero combattimento; e che è soltanto dalle circostanze del momento e dalla propria intelligenza che il comandante deve saper trarre la scelta delle formazioni e sapersi servire dei mezzi più acconci.

Ciò non vuol dire però che i dispositivi regolamentari siano senza scopo; al contrario, essi costituiscono i mezzi suddetti; epperciò debbonsi limitare all’accenno delle formazioni fondamentali ed ai movimenti elementari, nella guisa istessa che, nella scherma, s’insegnano i colpi e le parate e non tutte le combinazioni dei vari attacchi.

Pertanto, al di là di queste formazioni e movimenti, il comandante non deve trovare, torno a ripeterlo, che norme e principî di massima, anzichè prescrizioni categoriche; e sarà soltanto in tal modo che si potranno in allora seguire i progressi delle altre armi, senza sconvolgere tutto ad ogni momento.


III.

Ragioni delle disposizioni.

Ogni qualvolta viene pubblicato un nuovo regolamento tattico, recante varianti a quello già esistente, è raro il trovare chi ne giustifichi o ne comprenda la necessità; mentre i più gridano contro la continua innovazione, affermando che, in tal modo, nessuno sa più quello che deve fare.

Ciò deriva, in parte, dalla già detta abitudine, ancora viva qua e là, d’imparare a memoria i regolamenti di concetto e di applicarli alla lettera. La causa maggiore però di tale resistenza, devesi ricercare essenzialmente nel fatto che, la maggioranza non si dà la pena di studiare il nuovo regolamento, di confrontarlo col vecchio per afferrarne la differenza e l’im-