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254 rivista di cavalleria

loro spetta, di mettersi alla testa dei loro squadroni e di trascinarli coll’esempio.

E perchè infatti un capitano, il quale ha sopra i subalterni l’incontestabile priorità nello scegliersi un cavallo, dovrebbe mai, a parità di peso, sentirsi predestinato a sfigurare? Riuscir più o meno a strappar la vittoria per una mezza lunghezza sarà questione di speciale abilità, che non è poi detto si deva trovar meno in un capitano che in un subalterno; ma essere a priori destinato alla sconfitta e ad una sconfitta perfin poco decorosa, quando senza svantaggio di peso si montano presumibilmente i migliori cavalli, a cosa altro si potrebbe attribuire se non ad un’assoluta insufficenza come cavaliere?

Io voglio credere che nei nostri reggimenti non vi siano di tali capitani, chè se tali si ammettessero i capitani, agli ufficiali superiori si dovrebbe dare il permesso di andare alla guerra in portantina. Ma ove mai potesse allignare un menomo soffio di rilassatezza, ben venga la corsa obbligatoria a cantare quel ritornello della Carmen «questo mestier non è per te.»

Da un egregio periodico sportivo, in un cortese cenno sull’articolo «Sport nazionale e militare» si è interpretata non esattamente un’idea, forse non chiaramente espressa.

Perfettamente d’accordo sul principio che i militarys biennali non sono sufficienti a corrispondere allo scopo, debbo notare che nell’articolo menzionato non si appoggiava, anzi si accennava ad un inconveniente della soluzione di far correre bensì i militarys alternativamente ciascun anno su due ippodromi delle quattro circoscrizioni, ma ammettendovi a correre anche gli ufficiali dei reggimenti della circoscrizione viciniore.

Ed invece di tale soluzione si esprimeva il desiderio che ogni anno si corresse il military in ognuna delle quattro circoscrizioni, facendo a meno di quelle gare di resistenza, il significato delle quali è troppo incompleto, perchè le qualità più essenziali dell’ufficiale di cavalleria e del suo cavallo non vi sono messe ad alcuna prova.

R. Pugi.