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«Et bien qu’on ne puisse attribuer exclusivément ces conditions fàcheuses au manque absolu de cavalerie, on ne peut s’empêcher cependant de reconnaître, que la promptitude des renseignements, et de la transmission des ordres est une question vitale en campagne, que la cavalerie est l'arme la plus propre à la résoudre; enfin que dans cet ordre d’idées les plus petites causes peuvent produire les plus grands résultats.»

E a coloro che per avventura obbiettassero la difficoltà del terreno risponde:

«Il suffira d’opposer l'exemple de l'armée choanne elle-même, dont la cavalerie galla fort nombreuse put non seulement intervenir dans le combat, mais encore accomplir jusqu’au milieu de la nuit une poursuite active et ininterrompue.»


III.


La Revue de Cavalerie si è limitata nei suoi articoli ai fatti successi nel teatro di guerra meridionale dell’Eritrea; ed era ben naturale.

Essa si proponeva di dimostrare a quali disastrose conseguenze abbia portato l’assenza della cavalleria dal combattimento.

Noi però, che volevamo anche accennare alla necessità di aumentare le forze di quest’arma là, ove fu con buon risultato impiegata, abbiamo dovuto prendere in esame anche i fatti che sì svolsero alla frontiera occidentale, cioè ad Agordat, e Cassala contro i Dervisci, ed anche nel teatro sud a Coatit.

Fino dall'11 dicembre 1893 si avevano vaghe notizie di movimenti dei Dervisci, e devonsi in grandissima parte alle informazioni della nostra cavalleria, dei due squadroni cioè di Cheren e Asmara, le conseguenti disposizioni, prese dal colonnello Arimondi, sia pel rifornimento di viveri, e munizioni nel forte di Agordat, come pel concentramento delle truppe stesse.

Tralascierò la descrizione di questa battaglia, che tutti noi conosciamo, che secondo il parere di ognuno è la più brillante di tutta la campagna d’Africa, e nella quale appena 2.400 dei