Pagina:Rivista di cavalleria (Volume I, 1898).djvu/423

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ancora sull’iniziativa ed autonomia, ecc. 419

improvvise ispezioni, fuori in aperta campagna, di fronte ad una supposta situazione di guerra (precisamente quello che invocavamo noi) per vedere come il capitano ha saputo condurre il suo reparto, per chiedergli quale elemento ha portato a combattere» noi rispondiamo: — Quale elemento? quello che hanno fatto e voluto.... gli altri.

E finalmente all’assicurazione che «quando i fatti dimostreranno la capacità assoluta di tutti i comandanti di squadrone» allora sorgerà l’alba del giorno da noi invocato, noi potremmo rispondere: — Quando brillerà l’alba di quel giorno, e gli occhi lungamente rimasti al buio vi si saranno abituati, allora i comandanti di squadrone potranno dimostrarvi coi fatti, se non la capacità assoluta di tutti (che sarebbe domandare l’impossibile) almeno una capacità non inferiore a quella media di tutti gli altri gradi e degli eserciti più progrediti.

Questo e niente altro possiamo rispondere alla principalissima obiezione che l’A. oppone al nostro articolo; non rimane dunque che una questione di modo di vedere.

E avremmo finito. Ma vi sono altre cose nell’articolo dell’A., le quali non debbono passare sotto silenzio. Ad una non si può rispondere che da noi, soli possessori degli elementi per farlo; quanto alle altre, sarebbe doveroso lasciarne il compito a più autorevoli colleghi, e se ci assumiamo di farlo noi si è solo pel dubbio che altri, rispettando la nostra priorità in argomento, tacessero, ed alcuni giudizi dell’A. parrebbero accettati senza protesta.

1° Se noi ci tenevamo pronti con dovizia di argomenti a tutte le prevedibili discussioni, trascende invece ogni nostra aspettativa il sentir l’A. parlarci quasi in nome dei nostri colleghi di grado, ai quali crederemmo in verità di far troppo la corte se li riconoscessimo in possesso di quelle virtù che l’A. attribuisce loro. Essi infatti costituirebbero una incredibile eccezione nel genere umano, poichè se pur fossero dotati della sì rara sapienza di conoscere sè stessi (ed allora sarebbero anche più che capaci capitani) difficilmente avrebbero contemporaneamente la non meno rara virtù di proclamarsi, colla loro indifferenza od opposizione alle nostre idee, impari al proprio grado.

Per conto nostro ci basterà opporre il fatto di numerosissime congratulazioni, individuali e collettive, pervenuteci a voce ed in iscritto. E se ciò non bastasse aggiungeremmo che il nostro articolo fu da più d’uno qualificato — colla identica parola -— scultorio; nè soffrirebbene la nostra modestia perchè qui non trattasi d’un’opera d’arte, e quel giudizio si riferisce certo alla fedeltà nella riproduzione di quanto