Pagina:Rivista di cavalleria (Volume I, 1898).djvu/537

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i cavalleggeri guide a custoza 533


al nemico, chiese per esso la vita costituendosi anch’esso prigioniero. Però quando prigionieri ambedue erano tradotti in mezzo una mezza dozzina di tedeschi, riusciva al sottoscritto liberarsi, con un manrovescio, dal soldato che aveva alla sua dritta, e profittando dell’istante di loro sorpresa, sfuggir loro di mano e tornare fra’ suoi, fra cui trovò prima il Luogotenente sig. Cibrario, dopo di essersi prima ridotto alla casina, dove un pugno di valorosi difendevano la bandiera del 44° fanteria.

L’appuntato Michele Cuttino.

Interessante è anche questo del caporale Ubertalli pei suoi particolari avventurosi, ed essenzialmente perchè evoca la memoria del povero generale Villarey morto in questa giornata alla testa della sua brigata nelle braccia del figlio, suo aiutante di campo.

Volgevano le ore 11 circa del mattino allorchè lo squadrone, data la carica per portarsi al punto assegnatogli, doveva percorrere un terreno molto disastroso.

Fuvvi un punto in cui per prendere la via più breve ci fu forza scendere a salto da circa due metri d’altezza su di una strada al cui lato ed a noi di fronte esisteva un fossato. Spinsi il cavallo a saltare, fa lo slancio ed andiede sull’orlo del medesimo, piegandosi sulle ginocchia anteriori, lo sollevai, ma in questo frattempo un altro soldato facendo lo stesso, mi urtò con tanta violenza che mi fece precipitare col cavallo nel predetto fossato, rimanendomici la gamba destra sotto il corpo. Procurammo di sbrigarci; al soldato finalmente gli riuscì spingere il cavallo fuori del fosso rimanendovi io.

Dopo un qualche minuto fattolo a forza alzare lo portai fuori, quantunque io avessi la gamba malconcia, e quasi incapace di camminare feci per montare ma fu invano giacchè la sella si rivoltò ed una grandine di moschetteria fummi sopra traendomi a terra il colback.

Fatti pochi passi in tal guisa sulla strada, rinvenni il Generale di Villarey seminudo ed avvolto in un mantello di fanteria, ferito alla spalla ed in bocca, attorniato da diversi ufficiali e fattomisi innanzi il figlio del detto Generale raccomandandosi mi disse se gli facevo il favore dargli il cavallo per trasportare suo padre; di buon grado pel bene del suddetto glielo porsi avvertendolo di fare il più presto possibile, essendo il nemico alla distanza di 400 passi, un capitano di fanteria ne prende le redini, e mi prega volerlo aiutare nel caricarlo.