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68 rivista di cavalleria

conserva nelle migliori condizioni di salute e di forza, condizioni che non presenta il nostro cavallo militare.

Ad ogni osservatore, anche superficiale, non può sfuggire il fatto che il discreto grado di nutrizione e di benessere che il nostro cavallo di truppa acquista in grazia degli ozi che gode e del poco lavoro al quale è assoggettato in certi mesi dell’anno, viene a scemare man mano che aumenta il lavoro, e che, infine, dopo i campi e le manovre, le condizioni generali del povero quadrupede sono veramente deplorevoli.

È allora che le infermerie rigurgitano d’ammalati; che il soffio pestifero di quella categoria di morbi designati altra volta coi nomi di febbri adinamiche, asteniche, ecc., trascorre per le scuderie seminando la morte, ed hanno principio allora certe forme morbose, le quali, per la paura che ispirano, si bramerebbe fossero tutt’altra cosa di ciò che sono; ma che, alla stretta dei conti, bisogna riconoscere in esse le varie manifestazioni della morva, lo spettro di Banco di noi veterinari militari.... e non soltanto nostro!...

Che vuol dire tutto ciò?

È facile spiegarlo. Vuol dire che la razione alimentare è sufficiente, nei mesi di minor lavoro, a sopperire solo al consumo organico del cavallo e ad un limitato dispendio della sua forza; ma ch’essa, quantunque nei mesi caldi venga un poco aumentata, è affatto insufficiente alla produzione di un lavoro energico e continuato, che l’organismo sopporta tutto a suo discapito, deperendo ed incontrando molti malanni.

«Durante la costruzione delle fortificazioni di Parigi — nota il Cadéac — la maggior parte dei cavalli che contrassero la morva apparteneva a’ piccoli intraprenditori che li affaticavano e li nutrivano malamente.»

E seguita così:

«Sotto l’influenza dell’inanizione o di una nutrizione insufficiente, le resistenza fisiologiche dell’organismo vengono a paralizzarsi, la temperatura si abbassa per difetto di combustibili; i fagociti perdono le loro proprietà digestiva ed ameboide: la loro vitalità s’infiacchisce; diminuendo il glicogeno del