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282 | rivista di cavalleria |
Il concetto predominante di questa scuola moderna è quello manifestato già in questo periodico dai migliori campioni dell'equitazione militare e cioè che per ottenere dal cavallo un salto elevato o disteso sicuro ed un galoppo da caccia radente e prolungato ad un limite che i nostri padri avrebbero creduto pazzo, compromettendo il meno possibile le estremità del cavallo, conviene lasciar all’animale la maggior libertà di movimento, cercare di alleggerire il peso sulle reni anzichè gravitarvi maggiormente, come si faceva un tempo, non cercare dal cavallo delle posizioni di testa artificiali ma assecondarlo invece in tutti i suoi movimenti in modo da non urtarlo particolarmente in bocca e da lasciargli la massima libertà d’azione.
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Campagna romana ― Un salto di staccionata.
Questo non deve far credere che il compito del cavaliere sia completamente passivo, perchè egli per riuscire nell’intento di non disturbare il cavallo e di assecondarlo ha d’uopo di avere, oltrechè una saldezza in sella da togliergli ogni preoccupazione, il tatto, dirò così, del cavallo ad un grado estremo e deve studiarne le mosse ad ogni istante e offrirgli quel l’appoggio opportuno di mano che serva al cavallo di sostegno e di spinta, senza procurargli noia e dolore.
Errano quindi i conservatori, i difensori dell’antica scuola col credere che le nuove teorie consistano nel mettere il cavaliere con una gamba a destra e l’altra a sinistra del cavallo, lasciando a questo il compito d’andare per conto suo, errano nel non credere che l’equitazione moderna di campagna sia assai inferiore dal lato dell’abilità artistica all’equitazione dei tempi andati; è altrettanto difficile lasciar fare