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dilettanti o tecnici? 23

In un precedente lavoro1 non mancammo di porre in rilievo come le numerose fazioni nelle vallate della Tundja e del la Maritza, a base di appiedamenti, distogliessero quell'ottima cavalleria dal suo scopo principe che era la ricerca del contatto avversario. Questo solo spiega l'arrivo improvviso di Suleyman Pascià alla testa dell'esercito del Montenegro che, inopinato ospite, piomba sulle truppe di Gurko e le batte di santa ragione nel più bello dei loro trionfi.

Quando il problema sia studiato con cura durante il tempo di pace potremo convincerci le contraddizioni essere più che altro apparenti ed una ben intesa suddivisione del lavoro condurre alla stratificazione delle energie, rendendole concomitanti in luogo di neutralizzarsi vicendevolmente.

Che esige la vostra istruzione-zappatori? Una cosa giustissima qual'è quella di esercitare praticamente tutte le truppe di cavalleria su quanto è trattato nei capi III e V. Non saremo noi a combattere una tale idea, tendente a metter tutti in caso di prestar man forte e destra al bisogno. Nessuno dirà che io faccio il barbiere od il sarto perché al campo in condizioni eccezionali ho dovuto radermi od attaccarmi un bottone. E dal momento che si aiuta per giovare, è meglio sia recato con cognizione, anziché goffamente, l’ausilio della massa all’opera della specialità, onde il rimedio non sia peggiore del male.

Del pari applaudiamo all’idea di imprimere un impulso energico ed intelligente a l'istruzione degli zappatori e di accrescere i mezzi di addestramento e le dotazioni dei materiali, come vagheggia appunto il sottotenente Traditi.

In quanto ad aumentare la forza dei plotoni, difficile sarà l’ottenerlo in un periodo in cui tanto si grida, e non del tutto a torto, contro la tendenza di sacrificare ai petiis-paquets l’integrità delle compagnie, degli squadroni, delle batterìe, saccheggiandone gli esigui effettivi e racimolando spietati nell’esausto campo delle sciabole e dei fucili. Circa i mezzi di perfezionamento per gli ufficiali nelle speciali branche delle applicazioni scientifiche, riteniamo le deficienze lamentate si connettano ad una dolorosa situazione generale. È tutto il metodo didattico che lascia a desiderare; del resto non mancherebbero né gli insegnanti, né i desiderosi di apprendere. Perché mai dobbiamo avere

in Italia il triste dono di rendere assommant anche ciò che é

  1. «Cavalleria avanti» per Guido de Mayo. capitano 76° fanteria - Rivista di cavalleria, agosto 1901.