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La Scuola di Cavalleria




Credo di far cosa grata ai lettori della Rivista di Cavalleria coll’illustrare a mezzo di un articolo e di opportune incisioni la culla di ogni ufficiale dell’arma.

La promessa compresa in queste poche parole d’introduzione farà forse battere più forte il cuore a molti, nella speranza ch’io rievochi loro i ricordi d’un tempo che fuggì, ahimè, troppo presto, ma che lasciò orme profonde, in particolar modo a qualche ufficiale, che avendo varcato da qualche anno il mezzo del cammin di nostra vita, potrebbe sperare di rivivere nelle colonne di questa rivista pochi istanti di bella gioventù e di respirare un po’ di quell’aria spensierata ed allegra che lo circondava, nei suoi anni migliori, a Pinerolo. Il carattere del periodico non è tale da consentirmi ciò, che sarebbe a me più agevole, giacchè sentirei maggior lena, avrei maggior inclinazione a studiare piuttosto l’anima che il corpo di questo istituto, anima piena di attrattive le più svariate, anima che si conserva sempre costante, che non invecchia mai, perchè vive sempre a sua volta di anime piene di vigore e di gioventù.

Però la mia illustrazione pur essendo tecnica, perchè così dev’essere, avrà ugualmente il vantaggio di far rivivere per un istante nomi e cose care agli ufficiali di cavalleria, avrà il vantaggio di portare a conoscenza di quelli che non appartengono all’arma i metodi d’istruzione usati in un istituto militare che acquista ogni giorno importanza maggiore.


Un po’ di storia.


La Scuola Normale di Cavalleria ebbe le sue basi nell’antica Scuola Militare di Equitazione, istituita con R. Viglietto 15 novembre 1823 da S. M. Carlo Felice alla Venaria Reale «ravvisando detto Sovrano di