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PER L’EQUITAZIONE DI CAMPAGNA




(Continuazione e fine, vedi fasc. I).


Norme per cavalcare in campagna, superando le difficoltà del terreno.

In una quindicina di giorni di ben inteso lavoro di cavallerizza, l’istruttore può mettere le reclute a cavallo in guisa che non riesca pericoloso portarle all'aperto. Esso avrà loro insegnato in questo periodo preparatorio a girare, trattenere, fermare ed avanzare, nel modo e colle norme stabilite.

Dopo questo periodo potrà portare le reclute all’aperto, per i primi tempi in terreno piano ed unito. Quivi metterà i cavalieri a frotte ed a volontà, ed avrà somma cura di distaccare sovente ciascun cavaliere dal gruppo. È giunto ora il momento di far comprendere al soldato come deve contenersi perchè il cavallo lavori bene in campagna.

E mi trovo a dover ancora una volta ripetere ciò che ho già detto e ripetuto: il cavallo lavora bene e volentieri quando il cavaliere si studia di rendergli meno disgustose che può lo proprie azioni, e, pur esigendo che sia sottomesso alla sua volontà, lo lascia completamente libero nell’impiego delle forze e degli equilibri.

L’istruttore farà quindi eseguire delle trottate e dei piccoli galoppi usando, nella durata, la voluta progressione, pretendendo che ciascuno guidi il proprio cavallo e lo faccia camminare diritto conservando la cadenza ed impiegando sempre nel girare il metodo che ho già indicato. E sopratutto a questo