Pagina:Rivista italiana di numismatica 1888.djvu/112

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necrologie 87


A Trieste il Kunz per la prima volta incominciò a coltivare la numismatica e coadiuvato dall’egregio archeologo avvocato Carlo Gregorutti, imprese a formare una piccola collezione di monete romane, che egli stesso acquistava nelle sue escursioni nella vicina Aquileja. Il suo interessamento per questo studio divenne in breve una vera passione, animata dalla stessa sua arte litografica, chè essendo egli spesso incaricato di riprodurre monete per conto altrui, questa gli offriva la miglior occasione di esaminarle e d’imparare a conoscerle. Da ciò ne venne che scelta nel 1850 a propria dimora la città di Venezia, egli vi si dedicò colla massima assiduità, nulla tralasciando per procacciarsi le cognizioni che sono indispensabili a chi vuole dall’esame delle monete ricavare importanti deduzioni scientifiche. Il Kunz considerò la numismatica quale potente ausiliare delle indagini storiche e cómpito principale de’ suoi cultori quello di verificare con lo studio de’ singoli esemplari e con le ricerche ad essi attinenti le condizioni e gli avvenimenti che ne determinarono l’origine. Ch’egli fosse a ragione tenuto per uno de’ migliori nummografi moderni lo dimostrano i disegni da lui apprestati per moltissime pubblicazioni, delle quali, fra le accreditate basterà citare quelle del Lazzari, del Lambros, del Promis, del Brambilla e del Papadopoli. Da esse ci è dato d’ammirare non solo l’accuratezza del lavoro e la fedeltà della riproduzione, ma ben anche la grande maestria nel donare all’immagine de’ tipi il carattere proprio dell’epoca loro e dell’artefice da cui furono eseguiti, talmente che da quella lo studioso può avere un giusto concetto dell’originale.

A Venezia, i cui monumenti, il cui glorioso passato meglio si confacevano allo spirito ed alle tendenze di lui, incominciò il secondo periodo della sua vita, non meno travagliato del primo, ma coronato di maggiori soddisfazioni e conforti. Non permettendogli le sue condizioni economiche di crearsi un proprio medagliere e dovendo d’altro canto limitare il lavoro litografico, il quale oltre all’impedirgli di seguitare con successo nello studio, gli riusciva nocivo alla vista, egli si mise ad esercitare il com-