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Pagina:Rivista italiana di numismatica 1888.djvu/223

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198 valentino ostermann

Scutari, città distrutta dai Turchi. A ricordo dell’erezione v’è il seguente medaglione fuso che il nostro Museo possiede:

D/ — S. M. P. — IOANNES — MOCENICO ― DEI GRATIA — DVX VENETIAR — ET. C.

In sette righe nel campo.

R/ — B. N. D. – GRADISCHÆ — AD SONTIVM PROPVGNACVLVM — EREXIT — AN. SAL MCCCC — LXXIX.

Pure in sette righe nell’area. — mm. 75 1.

Sino dall’anno 1511, durante la disastrosa guerra di Cambrai, Venezia perdeva Gradisca suo propugnacolo orientale, perdita cui mai la regina dei mari seppe adattarsi, perocchè mirava a togliere quella discontinuità di confine alpino, che, interrotto fra l’Istria ed il Friuli occidentale, dava sì facile accesso ai predoni oltramontani, i quali tenevano così in loro balìa Trieste e le contee di Gorizia e Gradisca, e dava loro la possibilità di invadere la Venezia anche con un colpo di mano. Venezia pensò quindi a costruire caserme nelle città litoranee, e ad innalzare dalle fondamenta la fortezza di Palma, sopra progetto di Giulio Savorgnano. Il 7 ottobre 1593, anniversario della battaglia di Lepanto, fu posta la prima pietra, e Palma, dopo Casale, fu allora il più forte baluardo d’Italia.

A ricordo di tutti questi fatti si hanno varie

  1. Qui bisogna notare come il Sig. Armand abbia tenuto conto in modo speciale dell’elemento artistico, nel riunire le descrizioni delle medaglie italiane dei secoli XV e XVI. Evidentemente il medaglione fuso per la cittadella di Gradisca non può interessare chi si occupa di storia dell’arte, poichè consta solo di due iscrizioni, al diritto e al rovescio, senza alcun ornamento.

    (N. d. R.)