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338 | umberto rossi |
lavorò le belle medaglie del 1567. Di Giacomo Jonghelinck scrisse a lungo un erudito belga, il signor Alessandro Pinchart1, e dal suo accurato lavoro trarrò qualche notizia che potrà interessare i lettori italiani.
Questo celebre scultore, nacque ad Anversa nel 1530, e cominciò la sua carriera artistica come incisore di sigilli: infatti nel 1556 fece un controsigillo per l’ordine del Toson d’oro, e in seguito i sigilli della cancelleria di Gueldria e di Brabante, quelli degli Stati Generali, del consiglio delle finanze e del consiglio privato degli arciduchi Alberto e Isabella. Aveva ventinove anni, quando gli fu affidata l’esecuzione del mausoleo di Carlo il Temerario, eretto poi nella Chiesa di Nostra Donna a Bruges, lavoro di grande mole, colla statua del principe di bronzo dorato e con molti altri ornamenti di difficile esecuzione. Nel 1570 modellò e fuse pel signor di Wyneghem otto statue di bronzo, rappresentanti Bacco e i sette pianeti, sculture che subirono curiose vicende, perchè dopo essere state l’oggetto di una lunga lite tra il signor di Wyneghem e il governatore di Brusselles, furono vendute nel 1584 per 8000 fiorini alla città d’Anversa. Quando Alessandro Farnese fece del 1585 il suo solenne ingresso in quella città, le statue servirono ad adornare il palazzo comunale e in seguito per decreto del Consiglio furono offerte in dono al celebre capitano, che le fece trasportare in Italia.
Jonghelinck fu altresì l’autore di una statua colossale del duca d’Alba distrutta nel 1577, di un busto dello stesso personaggio2, e di due figure di bronzo,