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Pagina:Rivista italiana di numismatica 1888.djvu/492

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i medaglisti del rinascimento alla corte di mantova 447

tura e la fusione della statuina, che doveva esser copiata dall’originale dell’Antico, fin dal gennaio 1499; l’artista però non aveva potuto condurre a buon termine l’opera, essendo impegnato in lavori di decorazione per una festa che il marchese di Mantova dava nel carnevale ed il vescovo ne avvertiva così il Morosini:

“Non ho possuto far fornire lo putino dal spino desidera la M. V. per l’absentia del maestro occupato già da molti zorni per certi lavori d’una bella representatione farà lo Ill. signor Marchese ad carneval proximo: statim liberato chel sia, se mettarà in opera, nè si levarà da l’impresa che mi darà lo putino fornito et quella se lo tenghi certo ad pascha proxima. E sum certo haverà cosa glie piacerà e singulare”1.

La fusione della statuina andò veramente in lungo, perchè il 16 marzo successivo il vescovo Lodovicone chiedeva notizie all’artista, facendogli premura:

“Zohan Marco. — Per questo correrò mandaretine el nostro putino dal spino avisandone in che termine se ritrova l’altro che do veti havere formato. — Riparoli 16 martii 1499”2.

Per la pasqua però, secondo la promessa, il cavaspino fu finito e mandato a Venezia, e il vescovo continuò ad affidare al Cavalli lavori di argenteria, nei quali pare che l’artista riuscisse molto bene: così la lettera seguente ci dà notizia della commissione di quattro piatti d’argento su cui dovevano essere effigiati dei segni celesti:


  1. Arch. di Stato di Parma. Cart. Gonzaga.
  2. Arch. sudd. Cart. sudd.