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84 | federico kenner |
stati riconosciuti per vere monete, e Mommsen aveva supposto altrettanto pei medaglioni d’argento del III secolo colle Dee Monete. Ciononostante, oggi ancora si sogliono considerare come medaglie gli altri medaglioni d’argento e tutti quelli di bronzo.
La pubblicazione dei medaglioni che si conservano nel Gabinetto Num. Imperiale di Vienna1 mi diede opportunità di occuparmi di proposito intorno a quella questione. I risultati ai quali giunsi mi persuasero da una parte che l’antichità classica non conosceva medaglie nell’accettazione odierna della parola (sia perchè tutti i prodotti del conio venivano allora considerati come più rigidamente riservati all’autorità dello Stato, sia perchè non era punto sentito il bisogno di medaglie, essendoché nella monetazione antica si variava continuamente il tipo, ciò che non accade per la nostra), mi persuasero pure d’altra parte, che vari fra i motivi addotti da Eckhel sono veramente degni di considerazione; per dire d’uno solo, non vi è dubbio che il peso, e più tardi la grandezza dei medaglioni, dovevano essere d’ostacolo al loro uso come moneta nelle contrattazioni abituali.
Pesando i motivi pro e contro, dovevo giungere a chiedermi se non convenisse di considerare tale questione in modo diverso e più stretto di quello che si facesse nel secolo scorso. A mio giudicio, oggi non si tratta più di sapere se i medaglioni abbiano veramente circolato come moneta, oppure se fossero medaglie che possono aver servito agli usi più svariati; si tratta invece di sapere se siano stati emessi per la circolazione o meno, se i loro caratteri lascino riconoscere l’intenzione di distinguerli dalla moneta corrente, se formando parte della monetazione siano stati rivestiti dei caratteri particolari alla vera moneta. In confronto di tale questione, diventa secondario il sapere se essi abbiano veramente circolato, oppure ne sia stato fatto un uso diverso.
- ↑ Vedi lo scritto del Dr. Kenner nel Jahrbuch der kunsthistorischen Sammlungen. (N. d. T.)