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un bando contro le monete trivulziane 205

della Rezia cattolica, gli fa contro; con nobilissimo animo anteponendo agli interessi personali e del partito, la libertà della patria. La Valle respinge le domande del Trivulzio e negando all’Impero il diritto di giudicar la questione si proclama libera e indipendente. Ed essendosi Teodoro appellato alla Dieta di Lucerna, la Mesolcina a sostenere le sue ragioni, nel mese di Febbraio del 1623, manda il Capitano Carlo Marca e il Ministrale Gaspare Molina ai cantoni riformati e Giovan Antonio Giojero e il Dottor Rodolfo de’ Antonini ai cattolici 1.

I delegati del Trivulzio pel quale brigavano

    XV Jahresbericht der historisch-antiq. Gesellschaft vin Graubünden.» Chur, Jahrgang 1885); accusato di intelligenze cogli Spagnoli salva il capo rifugiandosi a Milano, il Conte di Fuentes e il Cardinale Federico Borromeo gli fan lieta accoglienza onorando in lui, dice il Quadrio, «l’uomo che intrepidamente la vera fede aveva sostenuta nelle vessazioni con che avevan cercato i protestanti d’annientarla nella Mesolcina sua patria».

    Trasferitosi a Roma nel 1610 espone lo stato intollerabile dei Cattolici Grigioni al Pontefice Paolo V che incoraggiando il suo zelo lo nomina Cavaliere Aurato. A Lucerna con altri capi del partito tenta fondare una Lega Sacra dei Cantoni Cattolici.

    Il Tribunale di Tosanna, lo condanna a morte assieme ai fratelli Rodolfo e Pompeo Pianta, e mette su loro una taglia di 1000 zecchini se consegnati vivi, 500 se morti; pena la vita per chi consiglierà graziarli.

    Ai 13 luglio 1620 Giovan Antonio Giojero alla testa di trecento fuorusciti, buon numero di fanti assoldati e 2 bombarde invade la Mesolcina, non trovandovi però quel seguito ch’egli sperava. Corsi all’armi 2000 uomini dell’alta valle del Reno raffrontano poco lungi d’Hinterrhein; gli fan ripassare il S. Bernardino; lo battono al pian di S. Giacomo, disperdendo i resti delle sue bande a Soazza. Esito infelice ebber pure i moti suscitati nella bassa Engadina dai fratelli Pianta; mentre invece nella Valtellina, ove più inaspriti erano gli animi, la notte del 19 luglio in Tirano cominciò quella strage che ebbe poi nome di Sacro Macello e a fuoco e sangue un’altra volta mise l’infelice Valle. Caduto il Tribunale di Tosanna od acquietate le civili discordie, Giovan Antonio Giojero l’anno dopo potè rimpatriare.

  1. Sprecher. Historia, ecc., pag. 366.