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le medaglie di giuditta pasta | 521 |
Italia, ove tra il 18 ed il 21 cantò tre volte a Venezia, due a Padova, una a Torino, Roma, Brescia e Trieste. Ma rivalicò ben presto le Alpi e dal 1821 al 1827 passò di trionfo in trionfo tra Parigi e Londra. Fu in uno di questi, fra l’aprile ed il settembre del 1822, che il soave canto della nostra Giuditta richiamò alla mente dell’autore dei Martiri, allora canuto ambasciatore del regno di Francia, la dolcezza della voce di quella Carlotta, ch’egli aveva amato nel suo primo soggiorno a Londra1.
Non è mio intendimento seguire passo passo la carriera di Giuditta Pasta: ciò mi trascinerebbe fuori dal mio compito, e sarebbe alieno dall’indole di questa rivista. Non è però da tacersi quanto intorno alla famosa artista ci trasmise uno scrittore acuto, spesso paradossale, ma sempre simpatico: lo Stendhal.
Scriveva egli nel 1823, quando cioè la nostra Giuditta era ancora al principio della sua carriera.
L’entusiasmo dello scrittore francese ci sarà argomento a spiegare come pochi anni dopo, tornata in patria la Pasta, vi trovasse accoglienze ed onori da trionfatrice. Un intiero capitolo2 dedica egli nella vita di Rossini alla nostra artista, e ce la dipinge come un’attrice giovane, bella, ricca di sentimento e d’intelligenza, sobria nel gestire; ma in > quella dolce e soave semplicità sempre fedele al vero; con una voce che rende commovente la più semplice parola
- ↑ .... «Charlotte (Ives) . . . était excellente masicienne et chantait comme anjourd’hui madame Pasta» . Mémoires d’outre-tombe par M, le Vicomte de Chateaubriand. Vol. III.
- ↑ È il XXIV nella Vie de Rossini.