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112 roberto von schneider

aveva fatto, colle teste di Massimiliano e della regina, e coll’immagine della B. V. sul rovescio. Egli ne aveva fatto coniare quattro saggi per consegnarli “in mani proprie della regina.” Da uno scritto del consigliere Rummel di Lichtenau si rileva che al 9 maggio egli aveva oramai terminato il suo lavoro, perchè il figlio omonimo del mastro di zecca, Bernardo Beheim, doveva presentare all’imperatore insieme a quella lettera le prove dei conii. Egli manda, vi si dice, i saggi in argento dei nuovi conii che i Mantovani avevano intagliato, e due in oro da zecchino, e spera che l’imperatore se ne compiacerà grandemente. Per qualunque modificazione che l’imperatore eventualmente desiderasse, potrà darne incarico al figlio del mastro di zecca, che sarebbe in grado di riferirne esattamente. Egli è intelligente come suo padre, ha coniato anzi di proprio pugno i saggi e se ne è occupato molto coi Mantovani. Pel caso che si desiderassero mutamenti, vi sono già i ferri pronti. Al 31 settembre si mandarono ancora all’imperatore quattro pezzi d’argento da un fiorino, battuti coi conii dell’“italiano”. L’ultima menzione di queste monete la troviamo in uno scritto di Massimiliano del 1° gennaio 1507, in cui egli ordina al suo consigliere Urbano di Serralunga di consegnare 4 monete d’argento su cui è impressa la sua effigie e quella della sua cara consorte. 11 registro di Hall ci fa sapere che l’ordine fu eseguito.

Da queste notizie apprendiamo che il soggiorno dell’intagliatore mantovano e de’ suoi assistenti in Hall non fu che di breve durata. Nel settembre avevano finito i loro lavori, e dopo forse di aver eseguito le modificazioni desiderate dall’imperatore,