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monete di gio. battista falletti conte di benevello 133

di Pocapaglia, Ruffia, Racconigi, La Volta, La Morra, Barolo, Villa, Votignasco, Villanova, ecc. Il primo di questo casato che risulta in modo certo come stipite dei diversi rami, ridotti attualmente al solo dei conti di Villafalletto, discendenti da Simondino o Simonino signore di Villa e Votignasco nel 1337, è Giacomo, che nel 1300 aveva la signoria di Pocapaglia, e che ebbe tra altri figli Pietrino, da cui i marchesi di Barolo, Leone signore di Ruffia, Simondino suddetto ed Emanuele Signore di Villanova. Trovai poscia che nel secolo XV alcuni discendenti di Leone di Ruffia acquistarono dai loro parenti del ramo di Pietrino di Barolo e La Morra alcuni punti della giurisdizione di Benevello, pure nel contado d’Alba, la quale posteriormente si riunì in gran parte nel 1451 nella persona di Bernardo, padre di Filippo, il cui figlio Giov. Antonio assunse il titolo di conte di Benevello. Ritengo perciò le enigmatiche leggende si possano spiegare: IOannes ANtonius FAlettus COMES BENEvelli e MONETA NOVA IOannis ANTonii FAletti COmitis BEnevelli.

Passo ora agli altri dubbi, Gio. Antonio Falletti, consignore di Pocapaglia, conte di Benevello e signore di Mombarchero, nato verso la fine del secolo XV, compare col titolo comitale in documenti del 1520, 1528, 1530 e già era passato ad altra vita nel 1554, nel quale anno trovasi, Gio. Battista figlio del fu Gio. Antonio ed esso pure conte di Benevello. Monsignor Francesco Agostino Della Chiesa nella sua inedita Descrizione del Piemonte1 ci porge lume per sciogliere la questione. Parlando egli di vari feudi dei Falletti, dice di due di essi: “Borgomale e Benevello furono prima, quello d’alcuni che de Borgomale si dicevano, e questi della casa di Revello, onde che trovasi qualmente Manfredo detto Piola e Ottone fratelli de Revello vendeteno nel 1270 la loro portione di Benevello ad Alberto consignore di Borgomale, ma essendo poi tanto l’uno che l’altro in potere de’ marchesi Del Carretto si-

  1. Autografo nella Biblioteca di S. M. Tomo I, foglio 215 recto.