Pagina:Rivista italiana di numismatica 1890.djvu/358

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appunti di numismatica romana 341

ben presto degenerò; il calcolo, il tornaconto, la paura, i bassi interessi subentrarono al solo principio morale che doveva informarla, e vediamo ben presto apparire fra i Divi non solo alcuni nomi mediocri, e di tale supremo onore affatto immeritevoli; ma anche alcuni Imperatori, che la storia classificò quali mostri e vituperio dell’umanità, e alcune Auguste, cui assai meglio che il velo della Diva sarebbero stati appropriati gli attributi della Venere Salacia. E quasi per ironia pare che queste siano le più celebrate, come ne abbiamo un esempio appunto in Faustina d’Antonino Fio. Il buon Antonino pare che cogli onori resi alla consorte estinta abbia voluto fame dimenticare la scandalosa vita, e fece coniare tante monete in onore e gloria della defunta, quanto non ne furono mai apprestate per nessun altro Imperatore e per nessuna Augusta. La ricchissima serie delle monete di Consacrazione di Faustina, contiene tutti, si può dire, i tipi di questo culto, il Pavone, l’Aquila o la Vittoria, che volano trasportando l’Augusta in cielo, il Rogo, il Carpento, la Biga trionfale.

Oltre a ciò buona parte anche delle monete, su cui non leggesi l’indicazione CONSECRATIO, sono però postume e ad esse equivalgono, portando simboli divini, come Faustina tirata in un carro trionfale da leoni o da elefanti, colla scritta AETERNITAS, e simili.

Eppure fra questa immensa serie di monete, la Consacrazione di Faustina non è ricordata che da un solo medaglione finora conosciuto.

Questo dà l’idea della straordinaria rarità dei medaglioni di Consacrazione, rarità però che credo non venne finora da alcuno avvertita. Certamente