Pagina:Rivista italiana di numismatica 1890.djvu/396

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è davvero esistita la zecca di mesocco ? 379

riprende la penna e scrive al Secretarlo Ducale Bartolomeo Calco “Roueredi.... a casa mia li ho tractati talmente che non se ne andarono quanto ad questa parte salvo bene contenti, cum grata recolentia ben veduti per quanto s’è potuto.... 1” protesta però in termini un po’.... vivi per essere ripetuti in un articolo di numismatica, di non volerne più sapere di simili impicci.

Il Palazzo di Roveredo era fortificato, e come a que’ tempi le dimore de’ feudatari, cinto da fossati, guardato da torri, munito d’artiglierie; anzi nella confederazione fatta colla lega Grigia il Trivulzio si obbligò “das schlos und vesti masox und den palachs wol versogt haben sollent mit guoten buchsen und guotem geschütz und allem2”. Palazzo circondato da un vasto giardino; ivi riuniti gli uomini del Vicariato di Roveredo al 27 Agosto 1503, gli prestarono giuramento di fedeltà3.

Date queste condizioni, non si comprende perchè Gian Giacomo non impiantasse la sua zecca a Roveredo, ove oltre i vantaggi della posizione, aveva quello grandissimo di poterla attivamente sorvegliare a mezzo de’ suoi Commissari.

Sta il fatto che nessun diploma, né grida monetaria paria di Roveredo; ma basandosi su questo, bisognerebbe ritenere che la zecca Mesolcinese re-

  1. Idem. loc. cit. pag. 83. Riportata dal Rosmini op. cit. Doc. 134 al libro III. Vol. 11, pag. 129.
  2. Art. 8 della Lega stretta fra G. Giacomo Trivulzio e la Lega Grigia, al 4 Agosto 1496. Vedi XII Jahresbericht des hist-antiq. Gesellschaft von Graubünden. Chur, 1883.
  3. Archivio Trivulzio. Araldica Cart. 11. Pergamena originale. Istrumento rogito dal notajo Martino figlio di Gianella d’Arabino.