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le singolari pretese intorno all’uso di quel titolo accampate poco dopo nella corte d’oriente1.

Un viluppo intricato d’eventi s’annodava allora a sconvolgere le signorie dell’Italia meridionale. Contrastavano tra essi i Longobardi, s’astiavano le autonome città della Campania, rinnovavansi gli assalti terribili dei Saraceni. E alle discordie, alle guerre, agli eccidii, tramischiavansi le ambizioni di Ludovico II, le mire di temporale grandezza dei Papi, le insidie e gli sforzi dei Greci per riprendere le province perdute. Quel contagio di violenze, di perfidie, di cupide brame travolse anche Napoli. Il vescovo Attanasio II, imprigionato, accecato, suo fratello Sergio III fecesi Duca, e come gli altri adoperò le armi e gl’inganni, secondo i mutabili interessi e la prevalenza dei nemici, ora alleato al Papa, ora stretto ai Musulmani, ora affidato in tutto alle sue forze, ed ora disposto, fosse anche per sola apparenza, a riconoscere la greca supremazia2.

E questa vicenda di casi, e di politici maneggi, spiega il conio diverso delle monete, che uscirono dalla zecca di Napoli durante il suo governo.

1. Follis. Rame. Peso gr. 3,823. (Coll. Sambon).

D/ — Busto del Duca: ai lati ATHA EPS

R/ — Protome di s. Gennaro come nella moneta di Sergio, aggiuntovi il nimbo intorno al capo3.

(Tav. XI, N. 2).


  1. Niceta Orifa venuto d’Oriente ad aiutar Ludovico nella guerra contro i Saraceni, al ritorno suscitò cavilli intorno al titolo d’imperatore dei Romani assunto dai Franchi, e al titolo di Basileo, riserbato, dicea, solamente ai Greci. Chron. Anon, Saler., l. c. Quantunque il pettegolezzo nascesse dopo, deve credersi che la pretensione fosse già prima surta nella corte Bizantina, e che ora Basilio por fare dispetto ai Franchi s’intitolasse anche re.
  2. Attanasio, ch’erasi mostrato avverso alla lega stretta tra il fratello e i Saraceni, sfidando poi le ire del Papa pro turpis lucri comodo tornò ad allearsi ad essi, e s’uni anche ai Greci per combattere i Capuani. (Johan PP, VIII, ep. 227, 265, 270). Erchemp, Chr., c. 43, 49, 50, 71, 72; Chr. Anon. Salern., c. 130, 140.
  3. Stranamente il Capaccio, (Hist. Nap. 1. I), crede che il nummo sia stato coniato in onore di s. Gennaro e di Attanasio I, quos sanctissimos habuit Neapolis episcopos.