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Barnabò Visconti. (1354-85)


Pegione. — D. Cimiero sormontato dal drago alato. >― B. Biscia, (Gnecchi, N. 9 e 10).

Pavia — Galeazzo II Visconti. (1354-78)


Pegione. — D. Biscia sormontata dal drago; ai due lati i tizzoni. — B. San Siro seduto (Brambilla Tav. IX, 1).

Grosso. — D. Cimiero fra le lettere G. Z. — B. San Siro seduto (Brambilla, Tav. IX, 2).

Queste sono le varietà trovate dal proprietario, ne pare che fra le sottratte, le quali raggiungono qualche migliaio, ve ne fossero d’altri conii.

Le monete sono ben conservate, e i conii bellissimi e tali da giustificare le parole del Conte Giovanni Mulazzani: “Ma ciò che sarà per recar più stupore è se io dico che alcuni conii dei Visconti della metà del trecento sorpassano egualmente ogni altro ch’io abbia veduto in quel tempo. Alcune linee serpentine dei vestimenti di S. Ambrogio e molto più di S. Siro, che si scorgono nelle monete dei due fratelli Barnabò e Galeazzo, fabbricate in Milano e Pavia; una ricchezza inusitata di drapperie, come pure certa tal quale forza impressa alle mani che stringono il pastorale e lo staffile dei santi, mostrano lo studio che davvero si cominciava a fare presso di noi della natura del disegno, onde può dirsi che l’incisione superava nel 1354 nell’Insubria, e la pittura e la scoltura...”1.

L’appartenere tali monete al breve periodo di trent’anni, potrebbe agevolare la ricerca altresì della causa e delle circostanze, in cui (dato che il tesoretto sia stato nascosto in tempo di bellici cimenti), il sotterramento sia stato compiuto.

Troviamo, per esempio, nel Lodi, come nel 1382

  1. G. Mulazzani, Sulla Zecca di Milano dal secolo XII fino ai nostri giorni, nella «Rivista Europea», 1844. Quest’opuscolo, divenuto quasi irreperibile, fa recentemente ristampato insieme a due altri dello stesso autore, sotto il titolo: Tre Opuscoli di Numismatica milanese del Conte Giovanni Mulazzani, ristampati per cura di F. ed E. Gnecchi. Milano, Cogliati, 1889.