Pagina:Rivista italiana di numismatica 1890.djvu/519

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502 francesco gnecchi


Questi argomenti, in parte scientifici in porte tecnici, mi pare dovrebbero bastare a togliere il Bronzo di Brera dal numero dei medaglioni. Ma ve n’ha un altro assai grave ed è l’arte, che non corrisponde certamente all’epoca del medaglione. Il ritratto di M. Aurelio è ben lontano dal rendere esattamente le notissime sue fattezze e principale mente quel suo naso profilato, sottile, caratteristico. Al rovescio poi i cavalli della quadriga mancano di vita, le teste sono mal fatte, le gambe sembrano enfiate, e le zampe sono grossolane e pessimamente disegnate. No, non è questa l’arte romana all’epoca di M. Aurelio!...

Si potrebbe supporre che il bronzo fosse stato in epoca posteriore ritoccato a bulino onde aiutarne la conservazione, operazione che pur troppo, come abbiamo avuto occasione di osservare altra volta1, venne fatta subire a molti pezzi antichi; ma il ritocco non potrebbe giustificare la poco felice distribuzione delle lettere nelle leggende, tanto del dritto come del rovescio, non ammissibile in un vero medaglione. Io non sarei lontano dal ritenere che tutto il bronzo sia stato eseguito a bulino e non coniato.

Finalmente anche la forma del disco convesso nel dritto e concavo al rovescio non corrisponde al tipo del medaglione romano, e non vi corrisponde l’orlo solo esternamente lavorato, e terminante in forma conica, di modo che la parte ornata non appare che di sbieco a chi osserva il rovescio, mentre

  1. Vedi Appunti di Numismatica Romana, N. XII.