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«un branco d’agnelli verso l’Agnello Pasquale» con la leggenda: PABVLVM • SALVTIS1. Il Gualdo, riportando la stessa leggenda, non si dà a divedere troppo esatto nella descrizione. L’insieme avrebbe raffigurato, a suo dire, la Vergine e il Bambino in mezzo ad animali e a pastori. Appare da ciò ch’egli ha scambiato l’Agnus Dei nella Vergine e nel Bambino; ha scambiato i due Apostoli, Pietro e Paolo, in altrettanti pastori. Non ostante la inesattezza, la qual certo non vale a infermar l’identità della medaglia illustrata dall’Armand e custodita in un buon esemplare anche nel Museo Civico di Vicenza, credo che il Gualdo non dia in fallo, quando dice che il conio fu fatto in memoria della edificazione del Presepio di Santa Maria Maggiore. Il quarto rovescio, la cui riproduzione si può vedere pure nel Litta e nel Trésor de Numismatique, è senza leggenda2. Reca soltanto lo scudo gentilizio della famiglia patrizia de’ Barbo di Venezia, sormontato dal Triregno e dalle Chiavi3.



Di nessuna delle quattro medaglie o, dirò meglio, de’ quattro rovesci del Vellano si son additate dal Gualdo le dimensioni. Se l’unicità e l’identicità delle storie e delle leggende tolgono ogni dubbio che i tre primi rovesci sieno quelli di millimetri trentanove, descritti dall’Armand, non

  1. Idem, Tom. n. pag. 83. n. 14. — Litta, Famiglie celebri italiane, Barbo, n. 13. — Trésor de Num., I. ixiii, 4. — «In un’altra (medaglia), quando (Paolo II) edificò il Presepio in Santa Maria Maggiore, dove si vede la Beatissima Vergine con il Puttino fra animali e pastori. Pabulum Salutis è il suo «moto (sic).» Gualdo, Msc. cit.
  2. Armand, op. cit n. 15. Trésor de Numismatique I. xxiii. 5. — Litta, Famiglie celebri Italiane, Barbo, n. 10.
  3. «In altra (medaglia) è pur l’effigie del papa con l’armi Barbo, famiglia Veneta.» Gualdo, Msc. cit