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del quale si parla dal Gualdo, non è l’unico. A quello, che reca il palazzo di Venezia in Roma, voglionsene aggiungere altri quattro. In due si ha lo scudo dei Barbo, sormontato dalla tiara e dalle chiavi, con leggenda diversa. Nell’uno è incisa la stessa, che leggesi intorno al palazzo di Venezia in Roma: HAS • AEDES • CONDIDIT • ANNO • CHRISTI • MCCCCLXV .; nell’altro sta scolpito: HANC • ARCEM • CONDIDIT • ANNO • CHRISTI • MCCCCLXV • 1. Ne’ due altri rappresentasi una donna inginocchiata fra due fanciulli. Nell’uno leggesi: LETITIA • SCOLASTICA • A • BO; nell’altra, dove la donna tiene in mano un cornucopia, sta scritto: HILARITAS • PVBLICA2. Ora io non dirò che i quattro rovesci sien tutti, come l’unico diritto, del Vellano. Non darebbe forse in fallo chi ritenesse di lui i due dallo scudo dei Barbo, sormontato dalla tiara e dalle chiavi. Nell’A • BO • del rovescio, rappresentante la donna inginocchiata fra due fanciulli con la leggenda: LETITIA • SCOLASTICA •, fu riconosciuto da Gaetano Milanesi l’Aristotele Bolognese, o altrimenti l’Aristotele Fioravanti da Bologna, ingegnere e architetto, a cui commettevasi da Paolo il trasporto di un obelisco3. Io non ho sott’occhio né questo, né l’altro rovescio, dove la donna, inginocchiata fra due fanciulli, tiene in mano il corno dell’abbondanza e si legge: HILARITAS • PVBLICA. Ma a giudicare dalla somiglianza del concetto vorrebbesi credere che l’artefice dell’ultimo de’ due non fosse altro dal Fioravanti di Bologna, se pur non è l’identico rovescio della medaglia d’uguale dimensione, il cui diritto, rap-

  1. Armand. Tomo II, pag. 83, n. 5-6. — Trésor de Numismatique, I, XXIII, 6. — Litta, op. cit. Barbo, n. 5.
  2. Armand. Tomo II, n. 7-8. — Litta, op. cit. Barbo, n, 2-S»
  3. Armand, Tomo III, pag. 163, b,