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72 tarquinio gentili di rovellone


Unico assolutamente in tutta la serie delle antiquiori è il tenore della leggenda nel dritto. Il nome del Papa è espresso in dativo: LEONI PAP. Vi è l’esempio del genitivo, specialmente usato da Gregorio IV, e si comprende. Quando eravi impresso il nome dell’Imperatore al nominativo, quello del Papa al genitivo significava ed affermava che la moneta spettava od era battuta non già dal primo, ma dal secondo: — moneta di Gregorio papa; — ma affatto incomprensibile è il dativo, se voglia ritener la coniazione eseguita a nome e per ordine del Papa, E molto più perchè al nome del Papa segue, al primo caso, quello dello Imperatore LEONI PAP. — OTTO — È inammissibile qualunque altra interpretazione allo infuori di questa: le monete sono state battute non per ordine del Papa, ma dello Imperatore. Ed ecco il caso nel quale la moneta viene in aiuto della storia e la chiarisce.

Alcuni cronisti affermano l’abdicazione di Leone a favore di Ottone, che lo ricondusse in Roma e lo rimise nella sua sede di Pontefice: altri assolutamente la negano, come è stato accennato. Non vi è dubbio nondimeno che esercitasse Ottone grandissima parte della potestà sovrana, sia pure semplicemente delegata, ed ecco le monete a provarci che si estendeva fino alla loro coniazione. Su di quelle però è anche impresso, e nel posto di onore, il nome di Leone, unito alla qualifica di Papa: e la qualifica e il nome sono così posti da far comprendere, che chi esercita quel potere non lo esercita per sè, ma quasi a nome e per conto dell’altro, cui offre o dedica la moneta coniata.

Nè basta, che il nome e la mezza figura di