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Pagina:Rivista italiana di numismatica 1891.djvu/126

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110 luigi a. milani

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Ritornando al nostro ripostiglio, da quanto abbiamo dichiarato ed esposto risulta che il quincusse n. 1, tav. X-XI, emesso poco prima della riduzione trientale e dopo il fatto di Milazzo (260-258 a. C.), è il pezzo più recente del tesoretto della Bruna. Invece il pezzo evidentemente più antico è lo spezzato di aes rude, n. 1, tav. I.

La concomitanza dell’aes signatum quadrilatero con l’aes rude era stata già constatata in seguito al ritrovamento di Vulci; però, mentre nel ripostiglio di Vulci1 l’aes rude era rappresentato da una massa di spezzati di peso generalmente inferiore all’asse, nel nostro tesoretto l’aes rude è rappresentato da uno spezzato, che per peso (gr. 1367,5) corrisponde al quincusse intatto n. 6 col toro respiciente, ed è, quindi, esso medesimo un quincusse fuso sul piede dell’asse romano di 10 once2.

Gli ultimi assi del ripostiglio, nn. 16-17, da noi assegnati a Capua, e lo stesso spezzato di aes signatum romano n. 9 col rostro, stanno in rapporto ponderale quasi esatto con il quincusse col toro e con lo spezzato di aes rude.

L’uso dell’aes rude, continuatosi anche nel periodo dell’aes grave più o meno ridotto, non poteva sorprenderci, sapendosi da Livio (I, 26), che i soldati di Annibale ne avevano consacrata una grande quan-

  1. V. sopra p. 41, nota 7; cfr. Mommsen-Blacas, I, p. 175 seg.
  2. Nel ripostiglio di Cere (Garrucci, Civiltà Cattolica, 1880, p. 716 e segg.) si è pare trovato l’aes rude insieme con l’aes signatum; ma ivi l’aes signatum è di tipo etrusco od ombro antichissimo.