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462 | camillo brambilla |
abusavano del loro privilegio, non lasciavano di curare che dalle officine monetarie da essi stabilite, uscissero, fosse pur in un numero affatto esiguo, e solo per pompa od uso di dono ed omaggio, pezzi nei quali l’intrinseco si accordasse col nome o col valore attribuito ad alcune determinate monete nelle zecche più importanti ed accreditate.
Nel particolare della zecca aperta in Bozzolo trovansi nel museo imperiale di Vienna non pochi pezzi in oro ed in argento rimasti, taluno unico, e tutti rarissimi, che evidentemente furono per eccezione battuti in ottimo metallo, e quali esemplari di doppie d’oro e suoi multipli, di ducatoni, di talleri, di scudi d’argento1. Credo siano quei pezzi esemplari di monete appositamente lavorate per farne omaggio all’imperatore, che aveva accordate le implorate investiture, ed anche saggi coi quali eventualmente lasciavasi credere, che nella zecca da cui sortivano, si osservassero scrupolosamente le buone ed oneste regole delle fabbriche delle monete. Buone e distinte le impronte, regolarmente purgato e fino il metallo; sono monete che fanno onore all’officina da cui sono uscite, al principe di cui vi è impresso il nome.
Di ben diverso lavoro, e di lega, anche nelle migliori, e di corso più elevato, raramente superiore alla metà del peso pel fino ossia argento, e quasi di puro rame per le infime, erano le monete, che comunemente emettevansi dalla zecca di Bozzolo per uso plateale e del commercio, e ne abbiamo prova dalla fluttuazione del loro corso, dal bando non raramente inflitto a taluno di quei pezzi.