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46 | luigi a. milani |
spoglia nemea, anch’essa di origine ellenistica ionico-attica, e specificamente macedonica, degli assi di Luceria.
La testa di Apollo di stile italico dell’asse, tav. XIV, 1, come è dimostrato dal peso e dalle osservazioni fatte di sopra (pag. 25, 26), è posteriore, e non anteriore, al tipo prettamente ellenistico; ed è appunto notevole, che come in questo, così generalmente in tutti i pezzi di aes grave italico, là dove il carattere dell’arte italica è più accentuato, tanto più tarda è l’epoca rispettiva dei medesimi, in confronto coi pezzi di aes grave simili di accentuato carattere greco. Naturalmente, nell’Italia dei Romani, il prototipo si prendeva sempre dal mondo greco, per quanto era pratico e possibile; indi via via assumeva forma e carattere nazionale.
Tanto la testa di Apollo coi capelli fluenti, quanto quella di Ercole giovanile coperta dalla spoglia nemea, sono comuni, e strettamente legati alle prime monete d’argento che i generali romani, in virtù dell’imperium militare. batterono sotto la loro autorità e col loro nome nazionale ROMANO1 in Campania, allorché questa provincia cominciò a subire il loro giogo (a. 338-318 a. C.; Head, Hist Num., p. 28)2 (XX). Anche il pegaso volante, tipo del semisse della serie
- ↑ ROMANO, ortografia con anusvara per ROMANOM (cfr. Longpérier, Rev. Num., 1864, p. 888, 66). no e nom sono desinenze certe del genitivo latino arcaico (Bücheler).
- ↑ Intorno alla storia della Campania vedasi il buon lavoro di Beloch, Kampanien, Breslau, 1890.
tornata tutto in giro dai raggi solari (Head, Hist Num. p. 466, fig. 281). Nell’asse a testa di Apollo di Pesaro (Garrucci, tav. XXXIII, 8) sono aggiunti da una parte perfino i raggi solari. Il simbolo poi del grappolo d’uva, da cui è contraddistinto l’esemplare di Pesaro, lo collega con l’esemplare rinvenuto in Calabria (Garrucci, tav. LXX, 2), e lo designa come appartenente ad una emissione posteriore (cfr. anche i pesi).