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Pagina:Rivista italiana di numismatica 1891.djvu/68

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52 luigi a. milani

Eccoci all’esame della serie di aes grave a testa di Giano giovanile, pure rappresentata nel nostro ripostiglio e stata dal Mommsen attribuita ad Ardea, {Hist. de la Monn. I, p. 185), e dal Garrucci (tavola XXXVI, VII, p. 19) ai Sabini.

Essa si compone dei seguenti tipi :

As D/ Bifronte imberbe, R/ testa di Mercurio
Semis " testa di Minerva, " testa muliebre
Triens " folgore, " delfino
Quadrans " mano aperta, " due grani
Sextans " conchiglia (pecten) " caduceo
Uncia " astragalo, " segno dell’oncia •
Semuncia " ghianda, " segno (semoncia).

Il segno del falcetto (runco) aggiunto sopra una emissione di questa serie, mette fuori d’ogni controversia la sua composizione.

Osserviamo : che, se da un lato questa serie per i due tipi principali dell’asse: D/ testa di Giano imberbe, R/ testa di Mercurio, si allaccia all’antichissima religione specificamente romana; dall’altro, nei tipi secondari (semisse, triente, quadr., sestante, oncia), s’immedesima coi tipi della monetazione d’argento e d’oro romano-campana (338-218 a. C).

La testa di Giano imberbe, desunta tipologicamente dai Bifronti antichissimi delle monete di Atene, Tenedo, Lampsaco, e Siracusa in ispecie1, è sostanzialmente quella medesima del primo nummus romano d’argento, battuto, secondo io credo, simultaneamente in Roma ed a Capua con la iscrizione ROMA: incusa, in Roma; a rilievo, in Capua.

Ho spazieggiato queste parole, perchè, con cotale

  1. Cfr. Head, Ancients coins, tavv. 2, 18, 19; 18, 20, 21; Coinage of Syracuse, tav. VI, 15, del tempo di Timoleonte 345 a. C.