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su alcune monete inedite di alfonso i, ecc. 355

tratti, se non di pochi esemplari in oro, tratti dal conio per l’argento, per essere presentati ai diversi ambasciatori o prelati? Sono proclive più a questa seconda ipotesi, malgrado che il Gasano, nel dirci che questa moneta valeva un ducato e mezzo, sembri evidentemente accennare al fatto che essa poteva correre come moneta. Sia come si voglia, è certo che col conio inciso da Francesco Liparolo, che rappresenta Ferdinando, incoronato dal Legato pontificio, Cardinale Orsino, furono impressi parecchi esemplari in oro, e non è difficile che, un giorno o l’altro, se n’abbia a trovare qualcuno. Abbiamo notizia di altre monete, coniate in qualche speciale occasione, di cui un esemplare in oro tu offerto al Sovrano. Il Fusco, nel pubblicare la graziosa monetina di Ferdinando il Cattolico, col trofeo al riverso, ricordò anche il fatto, che il Maestro della Zecca, Gian Carlo Tramontano, offrì al Re ed alla Regina due esemplari in oro: ma qui il caso è diverso, poichè, non solo il Cusano ci avverte che la moneta fu tagliata proprio al valore dell’alfonsino, ma che se ne coniarono moltissimi esemplari, da dare agli ambasciatori milanesi, veneziani, a quelli del Re d’Aragona, al Tesoriere del Papa, al Cardinale Orsino, e ad altri prelati o importanti personaggi. Però si potrebbe pensare che fosse proprio moneta, nel caso solo che il tipo non fosse perfettamente simile a quello dell’argento. Mi pare, invece, di poter dedurre dalle parole del Cusano, che le due monete fossero di tipo perfettamente eguale. D’altra parte la mancanza di moneta aurea di Ferdinando, sino all’anno 1465, vien sufficientemente spiegata dalla sovrabbondanza degli alfonsini.

Arturo G. Sambon.