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collezione ercole gnecchi a milano 39

non altrimenti, essendo scritto AVGG • AVG con un punto fra le due abbreviazioni. Con buona pace del signor Beauvais e di chi l’ha seguito, non credo che tale punteggiatura abbia mai esistito fuorchè nella fervida immaginazione di chi voleva trovare una prova materiale di ciò che aveva in mente di dimostrare. Nè su questo denaro, nè su alcun’altra moneta di Graziano, come su nessuna contemporanea, si trova punteggiatura di sorta.

La ragione della preferenza, sta semplicemente nell’accennata dall’uso comune, accordandosi al quale ben raramente si sbaglia. Eppure anche a questa interpretazione di Augustorum Augustus, che a taluno può sembrare indubbia, qualche opposizione si può fare, ed è che il significato letterale o dirò assoluto ne riesce poco chiaro; e se si volesse trovarvi quasi un riscontro nelle leggende REX REGNANTIVM, Βασιλευς Βασιλεων, che circondano il busto del Cristo sulle monete bizantine, sarebbe stato certamente troppo ardito per l’imperatore Graziano, il quale avrebbe dovuto ritenere assurdo l’intitolarsi l’Augusto degli Augusti, quasi che gli altri due Augusti, che contemporaneamente si dividevano l’impero del mondo romano, fossero suoi vassalli. Se invece di AVGVSTORVM AVGVSTVS si leggesse AVGVSTORVM AVGVSTISSIMVS il più Augusto degli Augusti, quella certa supremazia, cui Graziano pare volesse alludere al primo giungere al potere (poichè questo e non altro è certamente il significato dell’era nuova accennata nel rovescio, GLORIA NOVI SAECVLI), sarebbe assai più felicemente resa. — La preminenza, quantunque abbastanza chiaramente affermata, non invaderebbe così il campo degli altri due regnanti e non ne offenderebbe troppo apertamente le suscettibilità.

Ma, facendo di nuovo valere l’argomento della semplicità e dell’uso comune — che è sempre l’ar-