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510 bibliografia



Tra i denarii della Calpurnia ve n’è uno che reca, non impresse come contromarca, sibbene leggermente graffite, le lettore nn. L’autore ricorda i pochi esempî analoghi, e fra gli altri quello del semisse di Roma con iscrizioni etrusche, di cui parlarono i ch. Gamurrini e Lattes nella nostra Rivista.

Dr. J. Scholz, Bericht über eine Anzahl beim Baue des kunsthistorischen Hofmuseums ausgegrabener Münzen. (“Relazione intorno ad un certo numero di monete venute alla luce nei lavori di costruzione del Museo imperiale per la Storia dell’Arte”).

Dugentosessanta monete, per la massima parte imperiali romane; non presentano interesse numismatico, ma sono assai importanti per la storia locale di Vienna, come risulta dalle deduzioni topografiche dell’autore.

Dr. K. Domanig, Der Fund zu Thomasberg. (“Il ripostiglio di Thomasberg”).

Conteneva oltre ad un migliaio di monete del XIII e XIV secolo, principalmente austriache e bavaresi.

Dr. A. Nagl, Zum Werthverhältniss zwischen Gold und Silber im XIV. Jahrhundert. (“Sul rapporto fra l’oro e l’argento nel sec. XIV”).

Considerazioni sulla crisi monetaria di Firenze verso la metà del sec. XIV (cfr. Giovanni Villani: “Nel detto anno 1345. hauendo in Firenze grande difetto, e nulla moneta dargento, se non la moneta da quattro, che tutte le monete dargento si fondieno, e portauansi oltre mare, ecc. ecc.”).

Dr. A. Nagl, Ueber eine Mailänder Goldmunze nach dem Typus des Venetianer Dukatens. (“Di una moneta milanese in oro, al tipo dello zecchino veneziano”).

Cfr. gli zecchini di Scio, pubblicati da Schlumberger (Numismatique de l’Orient Latin) e da Lambros (Μεσαιῶνικα νομίσματα τῶν Δυναστῶν τῆς Χίου).

Dr. Arnold Busson, Ein Münzfund im Kirchthurmknopf zu Sterzing in Tirol. (“Un ripostiglio nella palla del campanile di Sterzing in Tirolo”).

Si tratta d’una cinquantina di monete tedesche, svizzere e polacche, per la massima parte del sec. XVI; il pezzo più notevole è un kreuzer di Goslar (Germania del Nord) al tipo de’ tirolini, circostanza singolare per una zecca così remota.