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112 emilio motta
tonsati et adulterati per modo che vengono ad manchare troppo diversamente de quelo doverieno essere al precio chano corso, cioè a soldi sei et dinari tri d’imperiali per caduno, per el quale deffecto etiam da Genovesij proprij essi grossi diminuitti et tonsati, sono refudati, la qual cosa cede in grandissimo detrimenti sì de subditi de sua Excellentia corno etiam de la camera sua, et volendo quella provedere ad talle inconveniente et indemnitate ordina et commanda clic niuna persona — ardisca ne presuma dirrecto ne per indirrecto ne sotto alcuno quesito colore spendere ne recevere ne dare ne togliere de elicti grossi de Genova se non ad peso ad computo del valore del argento per marco, passato deci dì esclusive del mexe de marzo proximo, el quale termine se concede ad chi nhavese de potersi descharicare de queli.»
I grossi di Milano „li quali per coruptella inducta hano de presente corso dinari xxvij per caduno, elicili non vagliano ne se pono sostenere ala rasone del oro antedicto per più de dinari xxiij per caduno» non si spendano d’ora in avanti per più di denari 24.
„ Et considerando ultimamente el prelibato Ill.mo Principe et Sig.re nostro Clementissimo che questi tali manchamenti sono proceduti dal trabucare de le monete et cernire le grave da le raen grave nel quale errore intende esserli quasi infinite persone verso le quale non volendo sua Excellentia usare tanta rigidità come meritariano, ma più presto clementia adeiò shabiano ad convertire dal male al bene operare, essa sua Celsitudini; etiam per la presente crida vuole et dechiara che qualunque persona havesse falito da qua indreto, cercha el trabuchare o fare trabuchare monete corno è predicto, sia liberamente asciolto.»

253. — 1469, aprile 16, Fontanetto. — F. Maria Visconti scrive al duca di Milano d’avere, secondo l’ordine ricevuto "facto molto ben per tre fiate squassare li duoi fratelli da Cavalio che doveano bavere retrovato quello thesoro „. Non avere peraltro dessi voluto confessare altro " che solum de quelle poche monete ritrovarno a guisa de tornesi, et che venderno al labro de Novaria „ per 12 lire e ro soldi imperiali. — Uno dei due fratelli torturati, secondo lo scrivere del Visconti, stava, per gli squassi di corda ricevuti, " molto male „ e si dubitava morisse. Nè l’altro stava