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topografia e numismatica dell’antica imera 155

furono istituite le lotte di questi animali, durante le guerre persiane1. Fu sacro ad Apollo, al Sole2, ad Esculapio3, al dio Luno e ad altri dei, coi quali aveva rapporti meno diretti. Potendo essere attributo di tutte queste divinità, i dotti non furono d’accordo nell’interpretare il gallo delle monete d’Imera. Il Boeck lo riferisce a Minerva, supponendo che in Imera vi fossero, come in Atene, pubbliche gare di galli4. Il Rasche5 lo riferisce al culto di Apollo. Nell’esaminare queste opinioni non ho trovato nessun argomento da addurre in loro sostegno. La più convincente finora mi è parsa quella dell’Eckhel, il quale attribuisce il gallo al culto di Esculapio, che presiedeva alle Terme salutari6.

Contro l’opinione che il gallo sia da prendersi per simbolo di Apollo sta il fatto che, quando sulle monete questo animale è in relazione certa con quel dio o con altra divinità affine, esso è quasi sempre in unione con l’astro7. Ma nella monetazione d’Imera l’astro non è conosciuto. Del resto io ritengo che il significato di questo animale si debba ricercarlo nella religione degl’Ime-

  1. Ael. V. H., II, 28.
  2. Jambl., Vita Pythag., e. XXVII. — Eliod., Aethiop., e. 3. — Suida, s. v. Πυθαγ. — Plut., De Pyth. orac-, XII, p. 400, c. Luc. in gall. 16.
  3. Fischer ad Plat., Phaedon, p. 498. Nell’Asclepieion ateniese eranvi galli sacri (στρουθοί); v. Ael. V. II., 10, 17. Riscontra il frammento di una pietra votiva, ivi trovata nel 1876, col gallo; v. Roscher, Ausführlich Lexicon, s. v. Asclepios.
  4. Ad Pind., Olymp., XII.
  5. Lexicon rei numariae, s. v. Gallus.
  6. D. N., t. I, p. 211 e seg.
  7. Cfr. Aquinum (Garrucci, Le monete dell’Italia antica, LXXXII, 30, 31), Suessa (Garr., LXXXIII, 1), Teanum (Garr., LXXXIII, 12), Cales (Garr., LXXXIII, 16, 17, 18), Neapolis (Garr., LXXXV, 28), Caiatia, Venafrum, Telesia (Garr. LXXXVIII, 16), Camarilla (Mionnet, I, p. 223, n. 124), Dardanus Troad. (Mionn. II, p. 654, n. 168, 172), ecc.; Aes signatum italico (Garr., XIX).