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190 francesco malaguzzi valeri

Il Comune non potè quindi valersi dell’opera di Giambattista Cacci (il cui padre frattanto era passato alla zecca di Modena)1. Egli però conservò il posto di maestro della zecca e cercò a Ferrara un altro artista che volesse assumersi la delicata impresa della fabbricazione dei conii.

Il prescelto, come da documenti preziosi rilevò il Dott. Umberto Rossi, fu Giannantonio da Foligno, artista provetto in questo ramo e le cui monete sono ancora oggi ritenute fra le più belle del Rinascimento2.

I punzoni per la zecca di Reggio, terminati sulla fine di giugno del 1502, vennero spediti da Ferrara il 4 luglio e non fu piccola la difficoltà ch’ebbe a superare Giovanni Soavi agente di Reggio presso la corte ducale, per trovare una sicura occasione per farli trasportare, chiusi e legati in una cassetta, fino a Reggio. Il 12 dello stesso luglio gli Anziani finalmente scrivevano al Soavi che le stampe erano arrivate.

Giannantonio da Foligno ricevette in ricompensa quindici ducati d’oro larghi, corrispondenti a lire 56, soldi 15 di moneta reggiana e le stampe furono subito consegnate al nobile Alberto Caselini, depositario della zecca, che racchiusili in apposita cassetta serrata a chiave, ne ebbe speciale cura per l’avvenire.

La coniazione incominciò tosto e probabilmente continuò fino alla morte di Ercole I.


  1. G. Crespellani, Op. cit., pag. 16.
  2. Umberto Rossi, Lodovico e Giannantonio da Foligno orefici e medaglisti ferraresi, nella Gazzetta Numismatica, Anno VI, n. 9-11, da cui tolgo quanto riguarda le monetazioni di Giannantonio da Foligno per la zecca reggiana.