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204 | francesco malaguzzi valeri |
quattro di moneta imperiale, per libbra di bianconi, giulii, mezzi giulii e quattrini, soldi ventiquattro.
Tra i capitoli fissati tra le due parti ricorderemo i seguenti:
che i maestri dovessero pensare a provvedere gli arnesi e i punzoni,
che si potessero coniare bianconi, giulii, mezzi giulii e quattrini nella quantità da fissarsi dai soprastanti del Comune,
che i bianconi, giulii e mezzi giulii fossero di bontà di oncie 9 d. 18 senza il rimedio e il biancone fosse da soldi 15, il giulio da soldi 10, il mezzo giulio da soldi 5,
che detti bianconi pesassero ogni sessantasei e un terzo, una libbra e altrettanto dovessero pesare novantanove giulii e mezzo, e centonovantanove mezzi giulii,
che i quattrini fossero di numero, peso e bontà di quelli di Bologna1.
Da una carta in data 5 gennaio 1543, si rileva che in questo tempo le monete d’argento che si coniavano erano della bontà di quelle di Bologna e corrispondenti a queste nel valore nominale; i quattrini poi che non fossero quelli di Modena, Bologna e quelli vecchi di Siena, i lucchesi, i fiorentini e, s’intende, i reggiani si dovevano bandire; così dicasi delle parpaiole d’ogni sorta2.
Sull’incominciare però del 1543 erano sorti gravi sospetti sulle monete di Modena e Reggio e il duca, come aveva fatto a Modena, scriveva al podestà di Reggio ordinandogli di inviargli a Fer-