Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
la zecca di reggio emilia | 213 |
Da una lettera 26 giugno 1553 del governatore Ferrante Trotti, da Modena, parrebbe che il duca avesse mostrato desiderio di dare la zecca modenese al Pastorino, ma però, essendo i Modenesi contenti dell’opera del locatario della loro zecca di cui non volevano disfarsi, non se ne fece nulla1.
Il grande artista senese venne così a Reggio, al servizio di Giannantonio Signorotti, che gli commise tosto la fabbricazione dei nuovi conii per la battitura dei bianconi e delle colombine.
L’artista ebbe aiuto nell’opera sua da Jacopo, suo nipote e del lavoro che stava eseguendo e della sua speranza di poter ottenere l’appalto della zecca di Modena parla questa sua lettera al duca, che riportiamo:
- Eccell.mo Signor & patron mio
«Questa per Escusation con Vostra Eccel.a la qual si deue meravigliar de mio tanto tardar al venir di ciò non dubiti che col mio tardar non o perso tempo quando Vostra Ecc.a vedrà quello che io aro fatto si de li polzoni et si de li stermenti (sic) da stampar le medaglie et sono stato qui arrezo (sic) parecchi giorni aspettar Vostra Ecc.a e lavoro intanto et per venir a modana quando ci sa Vostra Ecc.a per terminar quel negotio accio possi attendare più animosamente e mj rendo certo che ancho che jo fusse in assentia quella si ricordara dun suo seruitore e so certissimo che non si lassara persuadere ala lor volontà perche guastaremo , e nostri disegni e ragonamenti (sic). E parte innopara et di ciò non dubbito niente. Ne altro per non tediar Vostra Ecc.a E baciando le mani meli meliracomando (sic), E Dio la feliciti, di rezo. El di diecj d’ottobre 1553.
- «Di Vostra Ecc.aTesto in apice
Seruo » El pasturino. |
(di fuori): «Allo Eccell.mo Signor Il Duca
- » Di ferrara patron mio Osser.mo» 2.