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338 francesco malaguzzi valeri

Et in quella stiano li ponzoni et stampe di qualunque sorta, quanto poi si vora stampare il Depositario dia la sua chiave et il cechiero la sua al stampatore. Uno de li depositari stia presente sempre quando si stampa et seu si lassarà di stampare.

Quando vorasi cessar dal batter moneta il Depositario repona sempre tutte le monete stampate con le stampe ne la predetta cassa et chiavisi bene come di sopra.

Quando sera tempo e bisogno fare il saggio di qualche monette overo argento et oro, alhora uno de li Depositarij trovi uno o due de li Soprastanti prò tempore et li conduca alla Cecha, quale alhora pigliara de la cassa preditta la monetta battuta di quella che si vora fare saggio tanto d’oro quanto d’argento et postagli sopra una tavola mischiandola bene li sopra stanti pigliarano in diversi loghi o tre o quattro del cumulo et tanto quanto alhora parrà honesto et le darano al Depositario, di poi darà al saggiatore quella per numero fia di bisogno pigliando de le dette monette la ratta per ciascuna, il quale fatto chavera il saggio darà di sua mano una police dove si contenera la bontà e la qualità di esse monette dandola al Depositario col saggio fatto, il qual saggio il Depositario lo debba governare sotto bona custodia in uno pico di carta scrivendoli suso il giorno qual fu fatto il saggio e riponerlo.

Quello habbia a stare in essa quando le monete serano ritrovate bone per li soprastanti, li soprastanti si sottoscriveranno le police poi di saggiatori di sua mano.

Et che siano li soprastanti al meno tre quando si vora levar di cecha monete tanto d’oro quanto d’argento.

E più ancora che li Depositari debano pesare le monette tanto d’oro quanto d’argento a libra poi notare quello peso suso uno libro a partita per partita secondo la qualità delle monete, il quale debba stare inchiuso ne la detta cassa.

Di più ancora che ogni sono di monette tanto d’oro quanto d’argento non bone in bontade over in peso sempre si guastino et si rifondino presente al meno uno de li soprastanti»1.

Nell’anno stesso Gian Antonio Signoretti teneva già l’affitto della zecca di Correggio, affitto che durò anni cinque, ed ebbe principio fin dal 4 giugno del 1569, come da rogito Negrisoli del 1 luglio 1571.


  1. Arch. di Modena. — Zecca di Reggio, 1571 e Arch. di Stato di Reggio. — Carte della zecca.