Pagina:Rivista italiana di numismatica 1895.djvu/435

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appunti di numismatica romana 419

essere rarissimi, tutti, meno uno, nello stato della pili perfetta conservazione, e questo non mi piace. Vedo in secondo luogo, apparenti a prima vista, molte ripetizioni di conii, e questo pure non mi piace. Vedo poi anche un certo tipo nelle rappresentazioni e nei caratteri, che si scosta da quelli di tutte le monete che sono abituato a vedere, e questo mi piace ancora meno, perchè non c’è alcuna ragione che le monete rare debbano avere un aspetto differente da quelle comuni.

2.° Credo d’avere una risposta a tutte e tre le osservazioni.

1.° E sarò felice di sentirle, felicissimo poi se le sue ragioni saranno più forti delle mie in modo da obbligarmi a mutar parere, perchè non vorrei essere frainteso, non vorrei cioè che ella credesse a un partito preso da parte mia. Tutt’altro. Io non ci ho alcun interesse né alcun piacere ad esprimere una opinione diversa dalla sua e da quella di molti altri; mia sola intenzione è quella di comunicarle sinceramente, giacché ella lo desidera, i pensieri che passarono per la mia mente riflettendo su questi aurei, i quali del resto non è solo a me che abbiano dato a pensare. Procediamo dunque con ordine. Meno il vecchio pezzo (conservator avg) del Gabinetto di Parigi (Tav. VI, n. 1), il quale dimostra d’essere stato lungamente in circolazione e, pel suo foro, d’essere stato anche portato al collo quale amuleto o appeso quale ornamento sui capelli di qualche bella armena, tutti gli altri sono ruspi, sembrano usciti or ora dalla zecca, e non ebbero mai circolazione. Questo fu il primo fatto che mi insinuò qualche dubbio e parmi ce ne sia anche la ragione.

2.° Eppure monete fior di conio assolutamente genuine ve ne sono e molte.

1.° E non sarò io certo che lo negherò; ma