Pagina:Rivista italiana di numismatica 1895.djvu/451

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appunti di numismatica romana 435

che conosco, ve ne sono parecchi che da tempo sono fortemente preoccupati e dubbiosi, che si trovano impensieriti dal successivo apparire di questi aurei in proporzioni e in circostanze inquietanti, come dalle molteplici difficoltà che offre la numismatica di questo famoso Uranio; ma che, interpellati, esitano, si nascondono nel mistero, temono di compromettersi pronunciando un giudizio, ed anzi raccomandano prudenza e riserva come su di un argomento scottante, che è meglio non toccare. Ne conosco invece altri più espliciti e franchi, i quali, se non hanno mai parlato in argomento, gli è che l’occasione è loro mancata, e le potrei citare il nome autorevolissimo di un ben noto collettore e numismatico con cui sono da lungo tempo in corrispondenza su quest’argomento, il quale, come mi scriveva ancora questi ultimi giorni, condivide completamente le mie idee.

Quanto ai grandi raccoglitori, aggiungerò che, se fra questi vi hanno delle capacità superiori e delle autorità indiscutibili, ve n’ha certamente anche qualcuno, che, pari alla manìa di possedere pezzi di esimia rarità e ai mezzi di procurarseli, non ha l’intelligenza o la pratica per giudicare dell’autenticità.

Avevo tale convinzione fino da 8 o 10 anni fa e una volta volli cavarmi il capriccio di farne la prova, scegliendo appunto le monete d’Uranio, che fino d’allora non m’ispiravano fiducia. Da un incisore di Milano feci allestire due conii. Su di uno feci incidere una testa di Uranio Antonino, togliendola da un’impronta che tenevo; ma volgendola a destra invece che a sinistra e, pel rovescio, onde il pezzo fosse affatto inedito, feci copiare un denaro di Filippo con FIDES MILITVM. Con un grano d’oro del peso voluto feci coniare da un fabbro la moneta mediante un colpo di martello ed ebbi così un aureo