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114 necrologie

quistata nella conoscenza delle monete antiche. Nel Medagliere del Museo di Napoli stavano divise le monete secondo la loro provenienza: Farnesiane, Borgiane, Pompei, raccolta Arditi, Poli, dell’Università e moltissime altre. Volendo il Governo sapere quale ricchezza scientifica si racchiudesse in quei cento gruppi disordinatamente messi in sacchetti, armadi e cassette, furono incaricati di riunire ed ordinare le monete greche e romane il Fiorelli, e quelle del Medio Evo Giov. Vincenzo Fusco. A metà via questi dovette per infermità abbandonare il lavoro, ed il Fiorelli rimasto solo presentò dopo non più che un mese e mezzo l’Indice di tutte quante le monete, medaglie e suggelli, distribuito per città, popoli, re, imperatori, pontefici, dinasti, e dando per ogni linea di quell’Indice il numero e il metallo dei pezzi.

Nella reazione, che imperversò dopo il 1848, fu imprigionato per imputazione politica; assolto poi dai giudici, ricuperò la libertà, ma perdette il posto che aveva in Pompei. Dalla vita grama, alla quale per ciò fu ridotto, lo tolse il Conte di Siracusa, affidandogli lo scavo, che aveva allora intrapreso nella necropoli di Cuma. Per illustrare i preziosi monumenti, che da quelle tombe tornavano a luce, il Fiorelli pubblicò una Notizia dei vasi dipinti rinvenuti a Cuma nel MDCCCLVI, Napoli, 1857. Ma più che pel lavoro archeologico, si rese allora benemerito per l’influenza, che seppe acquistare su quel principe di casa Borbone, ispirandogli sensi di libertà e d’italianità. La quale influenza si riassume nelle due famose lettere, che nell’agosto del 1860 il Conte di Siracusa scrisse a suo nipote il re di Napoli per indurlo a rinunziare al trono ed a Vittorio Emanuele per fargli atto di sudditanza.

Nominato nel dicembre del 1860 Ispettore degli scavi, richiamò a nuova vita Pompei con una serie di riforme tecniche ed amministrative. Se l’esplorazione delle tombe di Cuma era stata anch’essa rivolta, come allora usava, alla semplice scoperta di vasi e di oggetti, il Fiorelli prepose al diseppellimento di Pompei scopi scientifici e topografici. Fra i suoi meriti maggiori sta l’avere aperto liberalmente agli studiosi di ogni parte del mondo quel campo di ricerche, mentre egli stesso vi attendeva con la sua alacrità consueta.