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116 necrologie

insigni raccolte di monumenti classici, mancava assolutamente di un Museo locale; questa lacuna colmò il Fiorelli fondando nella Certosa di S. Martino un Museo per i ricordi patrii. La nuova istituzione, mentre cresce ogni giorno d’importanza per quello che vi si va raccogliendo via via, ha reso l’altro servigio anche più prezioso di educare al rispetto per le patrie memorie una popolazione, che per l’innanzi troppo le aveva trascurate. Lo stesso amore per le cose patrie lo indusse a fare nuove indagini sul perimetro della Napoli greco-romana, e a prendere una parte attiva nelle Commissioni locali per la conservazione dei monumenti.

Questa vita del Fiorelli tutta intesa a Pompei, ai Musei ed ai monumenti di Napoli venne interrotta dal Ministro Bonghi, che volendo riordinare l’Amministrazione archeologica in Italia, chiamò nel 1875 il Fiorelli a Roma, e lo mise a capo della Direzione Generale da lui creata. In questo campo tanto vasto ed irto di difficoltà, egli portò la sua grande esperienza e lo zelo consueto. Per la pubblicazione delle scoverte archeologiche diede vita alle Notizie degli Scavi, che dal 1876 andò di mese in mese comunicando alla R. Accademia dei Lincei; e che senza dubbio sono il frutto più durevole della sua Direzione Generale. Anche preziosi sono i quattro volumi di Documenti inediti per servire alla storia dei Musei d’Italia (1878-1880).

Perduta quasi la vista, e tormentato da una infermità indomabile, lasciò Roma e gli uffizi pubblici nel 1891, per tornarsene in Napoli e vivere gli ultimi anni esclusivamente per la sua famiglia. Aveva raccolto con l’operosità instancabile, la specchiata onestà e i grandi servigi resi alla scienza ed air amministrazione tutti gli onori, che i Governi e le Accademie concedono ai più illustri. Nell’opinione universale egli è stato e resterà così strettamente legato a Pompei, che non si fa il nome di questa senza pensare a Fiorelli. Il Governo del Re, col Decreto del dì 8 ottobre 1865, gli dette il più eminente attestato di stima, ascrivendolo al Senato nella categoria ventesima, per meriti insigni. Ottenne, vivente, gli onori che sogliono aversi dopo morte: così nel Medagliere del Museo di Napoli i suoi amici ed ammiratori gli dedicarono un busto marmoreo nel 1874; i colleghi dell’Accademia dei